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Sangue occulto nelle feci: l’esame di screening per il tumore al colon

Il tumore al colon retto è una delle neoplasie più diffuse sia in Italia che nel mondo. Colpisce uomini e donne in egual misura e si sta diffondendo anche nelle fasce di età più giovanili. Nonostante questo, grazie ai progressi della medicina, ai trattamenti sempre più efficaci e ai programmi di screening per la prevenzione, il tumore al colon è sempre più curabile.


Gli esami di screening per il tumore al colon, in particolare, permettono di diagnosticarlo in fase precancerogena, ovvero quando si manifesta sotto forma di polipo, o in fase precoce, quando il tumore è ancora nel suo stadio iniziale. Ciò ha consentito di migliorare notevolmente la prognosi e le possibilità di guarigione.

L’esame di screening di primo livello per il tumore al colon è la ricerca del sangue occulto nelle feci. Questo viene raccomandato ogni 2 anni a partire dai 50 anni di età, o anche prima in presenza di alcuni fattori che predispongono allo sviluppo della malattia, come la familiarità o la presenza di patologie infiammatorie a carico dell’intestino.

Sangue occulto nelle feci: in cosa consiste l’esame

L’esame del sangue occulto nelle feci è un test che consente di individuare la presenza di sangue non visibile ad occhio nudo all’interno di un campione di feci. I polipi e i tumori al colon, infatti, spesso possono sanguinare, anche se in modo non sempre evidente.  

Il test si effettua raccogliendo, tramite un apposito contenitore-raccoglitore, uno o tre campioni di feci, che vengono successivamente consegnati e analizzati da un laboratorio. Il laboratorio di analisi può eseguire due tipologie di test per il sangue occulto nelle feci: il test immunochimico e il test al guaiaco.

Il test immunochimico (FIT) rileva la presenza di emoglobina umana integra all’interno del campione di feci, sfruttando l’azione di alcuni anticorpi specifici. Il test al guaiaco (g-FOBT), invece, coinvolge la ricerca della porzione proteica dell’emoglobina, il gruppo eme, nel campione di feci, utilizzando una sostanza chimica chiamata guaiaco.

Sangue occulto nelle feci: come prepararsi e come prenotare l’esame 

L’esame della ricerca del sangue occulto nelle feci richiede una preparazione differente in base al tipo di test che viene effettuato. Il test al guaiaco, infatti, non permette di discriminare tra gruppo eme umano e quello animale, per questo motivo, a chi effettua questa tipologia di test, viene consigliato di non mangiare carne nei tre giorni che precedono l’esame. Inoltre, dato che il test al guaiaco non discrimina nemmeno tra emoglobina integra e digerita, non è in grado di distinguere tra il sangue che proviene dal tratto digestivo superiore e quello proveniente dal tratto inferiore. Viene consigliato, quindi, anche di rimandare l’esame se si hanno sanguinamenti gengivali in atto, al fine di evitare dei falsi positivi.

Meno limitazioni ha, invece, il test immunochimico, che consente di individuare solo l’emoglobina integra di origine umana. A chi effettua questa tipologia di test, infatti, non viene richiesta una preparazione specifica. Tuttavia, ci sono comunque alcune raccomandazioni, come quella di evitare di effettuare il test in concomitanza con il ciclo mestruale o con terapie farmacologiche a base di FANS, che possono causare piccoli sanguinamenti.

Per prenotare l’esame del sangue occulto nelle feci, ci si può rivolgere sia al sistema sanitario pubblico, contattando la propria ASL, sia a quello privato, prenotando il test direttamente in un laboratorio di analisi. 

La prenotazione del sangue occulto nelle feci in regime privato può avvenire anche online, utilizzando portali come CupSolidale, che permettono di comparare i prezzi dei diversi laboratori di analisi nella propria città e scegliere quello che si preferisce.

Che significa sangue occulto nelle feci positivo e negativo   

Il test del sangue occulto nelle feci può dare esito positivo o negativo. Quando l’esito è negativo, l’esame si può ripetere direttamente dopo due anni. Quando, invece, l’esame risulta positivo, anche nel caso di un solo campione su tre, sono necessari ulteriori approfondimenti.

In questo caso, le linee guida suggeriscono di effettuare una colonscopia, per determinare la causa del sanguinamento. Infatti, seppur la presenza di un sanguinamento occulto non sia prova certa di polipi o tumore al colon, in quanto esistono numerose altre condizioni, come emorroidi, ragadi anali e diverticoli, che possono causarlo, la colonscopia si rivela un salvavita in molti casi. 

Redazione

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