Al cospetto di buona parte delle scolaresche delle scuole medie ed elementari cittadine, del vicepreside dell’istituto medio Amedeo Fulco, Piero Nuvoli, e di diversi insegnanti ha relazionato il prof. Fabrizio Mollo, collaboratore della soprintendenza ai beni archeologici della Calabria.
L’archeologo, originario di Acquappesa, ben conosce le vicende degli scavi che hanno interessato fin dagli anni sessanta i siti archeologici di Tortora avendone seguito buona parte in prima persona in qualità di assistente del direttore degli scavi, il prof. Francesco La Torre. Grazie agli studi ed alle ricerche effettuate sull’area altotirrenica, e contenute in diversi volumi, si è riusciti a far accettare per esatta alla comunità scientifica l’ipotesi dell’ubicazione dell’antica città di Blanda sul territorio tortorese.
Apprezzabile la scelta del prof. Mollo di usare un linguaggio semplice per illustrare agli scolari, principali destinatari dell’iniziativa, la cronologia di notevole estensione dell’ insediamento umano nel territorio tortorese: a partire dagli Enotri, al tempo della colonizzazione greca, fino agli ultimi insediamenti certamente documentati dei Bizantini e dei Longobardi, passando attraverso le fasi lucana e romana. In questo modo, per circa un ora, i giovani alunni tortoresi sono rimasti attenti a percepire “l’importanza di conoscere il passato per meglio comprendere il presente ed il futuro†come ha avuto modo di affermare il Presidente del comitato 1°Maggio, Luigi Rotondaro, nel suo discorso di apertura.
E cosଠi ragazzi ed i bambini presenti hanno potuto apprendere di come il loro paese, secoli e secoli fa, era già abitato da uomini già evoluti, capaci di dotarsi di città fortificate, munite di templi, strade ed addirittura di sistemi fognari. Uomini dediti ora a culti dionisiaci, ora a normali attività della vita quotidiana che li resero apprezzati produttori di vino ed olio, ma anche artigiani qualificati. Di tutto questo, oggi, a Tortora si è perso traccia e nella speranza degli organizzatori vi è la consapevolezza che momenti come il Convegno di sabato servano a restituire agli abitanti di Tortora quell’identità di cui vale la pena riappropriarsi.
Andrea Polizzo
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