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Archeologia abbandonata


Disimpegno su risorsa di interesse culturale e turistico
Il Mausoleo romano del Pergolo in condizioni inaccettabili


di Andrea Polizzo

TORTORA ” Tortora ha abbandonato l’archeologia. È quanto si apprende da recenti notizie ma è anche quanto si puಠconstatare visitando i luoghi in cui l’archeologia dovrebbe far bella mostra di se nel comune altotirrenico.
A Tortora questo particolare settore ha avuto a lungo l’attenzione che merita. Ciಠperché l’archeologia, tra i settori della cultura, ha il fascino di narrare visivamente agli uomini parte della propria storia. Ma anche perché, se ben sostenuta, è un utile veicolo di attrazione turistica. In tutto il mondo, ed in particolare in Italia. Basti pensare alla vicina Paestum.
Per avere un quadro dell’abbandono deciso per l’archeologia tortorese dall’attuale assessorato alla Cultura del comune di Tortora basta recarsi al mausoleo romano individuato e scavato dall’equipe di Francesco La Torre in contrada Pergolo. All’epoca la scoperta dell’edificio funerario risalente al primo secolo avanti cristo aveva destato forte interesse per via della sua importanza storica. Visitandolo oggi fornisce l’impressione di un qualsiasi rudere abbandonato dai suoi vecchi occupanti se non fosse che a tradire questa impressione, affianco ai resti del mausoleo, è posta una targa comunale esplicativa. Oggi triste vestigia dell’intenzione di fornire un servizio al turista curioso, la vegetazione la ricopre interamente e stessa sorte è toccata all’intera struttura del mausoleo romano. Non mancano neanche i rifiuti abbandonati nel giardinetto che lo circonda. La speranza è che presto venga disposta la pulizia e ripristinato il decoro di un sito culturale cosଠimportante.

La stessa indifferenza è stata riservata al sito archeologico di località  Palècastro dove negli anni passati l’equipe di La Torre e Mollo ha indagato il sito dell’antica città  enotria, lucana e in seguito romana di Blanda. Gli ultimi scavi, risalenti al settembre 2007, avevano portato ad un’ulteriore scoperta. Sulla linea delle mura era stata portata alla luce la base di una torre di difesa. In quell’occasione gli studiosi avevano affermato che sarebbero state necessarie altre sessioni di scavo e finanziamenti molto contenuti, non superiori alle migliaia di euro. Ma a quanto pare nulla è stata fatto e non è raro oggi, passando nei pressi del Palécastro, osservare come tempo fa la scena, ben nota in paese, di mucche che pascolano sui gloriosi resti di Blanda. È inoltre notizia recente che La Torre e Mollo si siano dedicati agli scavi archeologici di Serra d’Aiello alla ricerca dei resti dell’antica città  di Temesa. Come si è appreso, con l’equipe del docente di archeologia dell’università  di Messina, l’amministrazione comunale di Serra d’Aiello ha stipulato una convenzione quinquennale.
Anche il museo di Casapesenna, ove sono raccolte tutte le testimonianze derivanti da venti anni di scavi archeologici in territorio tortorese, pare essere mortificato dal disimpegno dell’attuale amministrazione comunale che ancora non dà  corso al previsto ampliamento allestendo una nuova ala con i reperti e le rispettive vetrine che oggi giacciono in magazzino. Operazione questa che necessiterebbe di poche migliaia di euro. Eppure solo qualche mese fa le ricchezze archeologiche di Tortora sono state oggetto di un servizio speciale della rubrica culturale del Tg3 Calabria. Occasione alla quale era presente a fare gli onori di casa anche Michele Cozza, attuale assessore alla Cultura.
Tortora avrebbe dovuto fare del suo patrimonio archeologico un vanto ed un onore al cospetto della comunità  scientifica specializzata e dei turisti. Oggi ha scelto la non curanza.

Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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