Editoriale
TORTORA – Propongo in questo spazio una discussione che esula dall’ambito locale e si trasferisce su quello nazionale, ma poi le due cose saranno tanto disgiunte?
Dopo mesi di campanelli di allarme, giunge la crisi. Una crisi tutta particolare, tutta italiana, tanto italiana, troppo italiana.
In un clima surreale già di suo, il più surreale dei politici nostrani, Clemente Mastella da Ceppaloni, apre la crisi di Governo. Surreale: in quante altre nazioni il Guardasigilli é sotto inchiesta da mesi e sua moglie agli arresti? Surreale: le dimissioni, che dovrebbero essere un gesto di responsabilità , in attesa dei necessari accertamenti, diventano una mossa politica, spudorata, per auto immolarsi come vittima di un ingiusto sistema giudiziario.
Surreale: una forza così piccola come il partito di Mastella, L’Udeur, ritira la fiducia al Governo, decretandone probabilmente la fine. Surreale: Mastella ce lo dice con una conferenza stampa, e ce lo spiega nei particolari dalle comode poltrone di Porta a Porta. E il Parlamento?
Meno surreale: il fatto che già da ieri Mastella parlasse il linguaggio di Berlusconi, dalla riforma necessaria del sistema giudiziario alle vedute su quella elettorale. Silvio è l’unico che può salvarlo.
Prodi a breve proferirà in Parlamento, alla Camera, alla ricerca della fiducia che gli sarà votata domani. Ma poi gli toccherà andare in Senato dove, senza Mastella e i suoi, è praticamente impossibile avere una votazione favorevole. Poi si passerà da Napolitano. La prassi parlamentare prevede un nuovo tentativo per costituire un Governo, fallito il quale, e ci sono buone probabilità che accada, il Presidente della Repubblica nomina un Governo di transizione che traghetti il circo a nuove elezioni.
Oppure le ipotesi, come scrive Fabio Martini su La Stampa, sono due: “Un governo istituzionale, con una connotazione politica (premier possibili Giuliano Amato o Franco Marini) per fare la riforma elettorale, ipotesi preferita da Massimo D’Alema; un governo del Presidente, un esecutivo di alto profilo per affrontare l’emergenza di un Paese allo sbando. In questo caso l’incarico potrebbe andare al governatore Mario Draghi e questa è l’ipotesi preferita da Walter Veltroni, che potrebbe lasciare crescere il suo Pd all’ombra di un governo tecnico”.
Temi di interesse: andare a votare ora, significherebbe andarci con il “porcellum”, di nuovo. Berlusconi si trova in una posizione di vantaggio consolidato nello schieramento di centrodestra, e ci si chiede quali le mosse di Fini e Casini. E Veltroni ed il Pd? Riflettevo sul fatto che, se il centro sinistra vince le elezioni in Aprile, e ad Ottobre conosce l’ennesima tappa (l’ultima?) del suo processo di trasformazione, forse voleva dire che i tempi non erano maturi per governare? Voi cosa ne pensate su questi ed altri temi?
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