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Diamante, Premio Losardo: “La mafia non perdona”

A Diamante la sesta edizione del premio Losardo. Riconoscimento a personalità impegnate contro le mafie. Cerimonia all’insegna del ricordo dell’esempio di Giannino Losardo, segretario capo della Procura di Paola ucciso il 21 giugno 1980.

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DIAMANTE – “La mafia non perdona lo scomodo nemico”.

La sesta edizione del Premio Losardo viene introdotta ai presenti al Teatro Vittoria di Diamante dalle parole forti della canzone dedicata a Giovanni Losardo.

La storia non perdona chi dimentica, sarebbe da aggiungere. Così il laboratorio sperimentale dedicato a “Giannino” si batte affinché non venga dimenticato l’uomo, l’esempio. Militante comunista, amministratore del comune di Cetraro, segretario capo della Procura della Repubblica di Paola.

Soprattutto un difensore e diffusore della legalità. Quella legalità che tanto agogna la Calabria. Un compito di difesa che gli costò la vita in quella tragica notte del 21 giugno 1980. Giovanni Losardo, un nome di una lista. Quella dei martiri per la legalità. Rocco Gatto, Peppino Valarioti, Mauro De Mauro vengono citati nella lista durante gli interventi dei premiati.

Nomi da tenere a mente. Ma solo se questo può servire a ricordare il loro esempio. Perché se questo viene dimenticato, allora la ‘ndrangheta vince facile. E i giovani, indicati come i prossimi combattenti di questo male, rischiano. Colpevolmente assenti ad un tale appuntamento, rischiano di essere attratti, per i vuoti cronici dell’occupazione calabrese, nelle spire della criminalità  organizzata; di cibare le loro menti unicamente della sottocultura televisiva dei nani (moralmente) e delle ballerine.

Questo ed altro si è appreso dagli interventi degli invitati e dei premiati. Tra questi il magistrato Alfredo Cosenza e Gianni Speranza, Sindaco di Lamezia, nella sezione Impegno sociale per la legalità; nella sezione giornalismo sono stati premiati Pietro Melia di Rai 3 Regione e Cristina Vercillo caporedattore del Quotidiano della Calabria.

Infine il Cristo d’Argento è stato assegnato agli autori di fondamentali opere sul tema della legalità e della lotta alle mafie. Ad aggiudicarselo Pino Arlacchi per “La mafia imprenditrice”, opera di venticinque anni fa ma quanto mai attuale; Nicola Gratteri e Antonio Nicaso per “Fratelli di sangue”; Arcangelo Badolati per il libro “‘Ndrangheta eversiva”.

Toccanti i ricordi che relatori e premiati hanno fornito dell’uomo e dell’infausto giorno in cui venne trucidato. Gaetano Bencivinni, presidente del laboratorio Losardo, ha ricordato come l’uomo seppe opporsi a quella banda criminale giovanile che, a Cetraro, divenne una cosca con le mani prepotenti sul territorio.

Gianni Speranza ha invece confidato ai presenti l’impressione che ebbe nel ritrovarsi al capezzale di Losardo in un particolare momento in cui non c’era nessuno. Un ricordo evocativo di quella solitudine che lo Stato concede ad alcuni suoi servitori che sarà poi richiamata da Falcone.

Lo Stato, tirato in ballo da diversi interventi come componente essenziale su cui poggiare l’opera di difesa dalla criminalità organizzata. Insieme alla magistratura che necessita di più uomini e mezzi come ha sottolineato Alfredo Cosenza. Di più coerenza da parte di chi fa le leggi, ha aggiunto nel suo intervento Nicola Gratteri.

Insieme alle tante altre forze necessarie. Come il giornalismo che, ha ricordato la Vercillo, ha una funzione importante nel diffondere la conoscenza di qualsiasi tematica. Che si cibi della obbiettività  e della libertà  del ricordo, come ha aggiunto Melia.

Che sappia vivere però del coraggio di denunciare l’illegalità. Quel coraggio, ha sottolineato Badolati, che ci insegnano gli esempi di De Mauro, di Valarioti. Quello che ebbe Losardo nei confronti di Franco Muto e i suoi e che gli costò la vita.

Ed infine c’è bisogno, come ha sostenuto il sociologo Pino Arlacchi, che le nuove generazioni abbiano fiducia nella possibilità di sconfiggere la criminalità. Quella fiducia forse ingenua, oggi disillusa, ma sacrosanta, che ebbe la generazione che partecipò ai funerali ed alle manifestazioni per Giannino Losardo.


About Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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