Molti ettari di macchia mediterranea ridotti in cenere tra sabato e lunedì
In località Vannefora evacuate 45 famiglie. Vdf e Afor in azione per ore
DI ANDREA POLIZZO
SAN NICOLA ARCELLA – Ettari ed ettari di macchia mediterranea ridotti in cenere. Uno spettacolo desolante in cui il grigio del terreno è intervallato dal nero delle piante carbonizzate.
Questo è quanto rimane della collina di località Vannefora di San Nicola Arcella in seguito agli incendi degli ultimi giorni.
Nel pomeriggio di lunedì, un nuovo incendio ha finito di devastare il patrimonio verde della contrada che le fiamme divampate nella notte tra sabato e domenica avevano risparmiato.
Nel primo grande rogo di sabato, circa 45 famiglie del villaggio turistico Club Bridge hanno dovuto lasciare in fretta e furia le proprie abitazioni per poi farvi ritorno domenica mattina.
A gestire l’emergenza, i Vigili del Fuoco del distaccamento di Scalea e gli operai forestali dell’Afor che, dopo ore di inteso e difficile lavoro, hanno domato le fiamme garantendo la sicurezza dei turisti.
Ottavio Minoli è stato agronomo responsabile del verde pubblico per il Comune di Milano, è arboricoltore nonché uno dei 45 proprietari evacuati dalle loro abitazioni.
“In molti – racconta – siamo scappati per paura che le fiamme entrassero nelle nostre case. Per fortuna non abbiamo subito danni, al contrario, però delle aree verdi circostanti il villaggio. Dobbiamo ringraziare Vigili del fuoco e forestali che hanno svolto un ottimo lavoro”.
Molta l’apprensione nelle ore dell’incendio. “Abbiamo trascorso la notte fuori casa – aggiunge Minoli – e donne e bambini erano molto impauriti. È un mese che siamo qui in vacanza e questo è il primo incendio che vediamo, speriamo non si ripeta la storia di tutti gli anni. Tra l’altro sono terreni non edificabili per cui viene difficile capire il perché di questi incendi”.
A provocare i roghi, probabilmente, il caldo intenso di questo periodo. Una volta spente le fiamme, resta lo svilimento per aver visto andare in cenere, in pochi istanti, quanto la natura aveva creato in decenni.
“Le piante andate in fumo – spiega l’arboricoltore – avevano almeno trenta anni. Ora il terreno rimarrà brullo per molto tempo. Bisognerà piantare nuovi alberi a spese della collettività ma, essendo il terreno sprovvisto di sostanze organiche e acqua, non sarà facile rinverdire”.
Un danno inestimabile. Per rivedere il verde sulla collina dovrà passare molto tempo… incendi permettendo.
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