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Nave dei veleni, La “Messina” querela Cirillo

La società navale Messina denuncia il giornalista diamantese

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Gli articoli scritti sulla Jolly Rosso sono stati ritenuti diffamatori

 

DI GESTIONE

 

DIAMANTE – Francesco Cirillo è stato querelato dalla società navale Messina per gli articoli, apparsi negli anni su diversi giornali locali e sul sito “Sciroccorosso”, riguardanti la vicenda della Jolly Rosso.

 

La nave in questione è al centro della vicenda delle cosiddette “navi a perdere”, natanti carichi di fusti contenenti rifiuti tossici e radioattivi. La Jolly Rosso, nel 1990, si arenò sulla spiaggia di località Formiciche di Amantea. Gli inquirenti sospettano che il suo carico, misteriosamente sparito, sia stato interrato nel greto del Torrente Oliva.

 

Paolo Messina, armatore della società genovese proprietaria della ex Jolly Rosso, ha querelato Cirillo, giornalista e attivista ambientale di Diamante, per violazione degli articoli  595 e 596 bis del Codice Penale e dell’articolo 13 della legge 47/48.

 

Cirillo ha nominato come difensori gli avvocati Natalia Branda, del foro di Diamante,  Marcello Nardi e Rodolfo Ambrosio della Legambiente, del foro di Cosenza.

 

“È un processo che farò davvero con piacere. – dichiara Francesco Cirillo –. Finalmente potremo interrogare questi personaggi che hanno distrutto la nostra Calabria con il traffico delle loro navi e con la Jolly Rosso in particolare, chiedendo loro dove sta la diffamazione nel riferire fatti e circostanze che sono allo studio della magistratura paolana  e riportati da tutta la stampa nazionale e regionale, che a questo punto si vedrà querelare in blocco dalla Messina”.

 

“Quello che sta succedendo in Calabria – continua Cirillo – e nel mare Tirreno è di una gravità inaudita. Credo che tutti gli avvocati della Calabria si debbano costituire in questo processo, così come Regione, Provincia e i singoli comuni, diffamati e calunniati, per colpa di criminali senza scrupoli che hanno fatto della nostra regione terra bruciata per i loro loschi traffici. Ringrazio Messina e soci per l’opportunità che mi danno di guardarci negli occhi e di rendere pubblico tutta la vicenda della nave dei veleni”.

 

Questa la cronistoria della vicenda. Nel 1989, il Governo italiano, noleggia la motonave Jolly Rosso per recuperare 9532 fusti di rifiuti tossici esportati illegalmente da aziende italiane in Libano. La nave, resta in disarmo nel porto di La Spezia dal 18 gennaio 1989 al 7 dicembre 1990. Una settimana dopo, alle 7 e 55, dalla motonave parte una richiesta di soccorso quando si trova a 15 chilometri al largo della costa di Falerna. Alle 10 e 15 il capitano, Luigi Giovanni Pestarino, e altri 15 membri dell’equipaggio vengono recuperati da due elicotteri e trasportati all’ospedale di Lametia Terme per controlli.

 

La Jolly Rosso non affonda ma viene trascinata dalla corrente verso riva. Alle ore 14, lo spiaggiamento ad Amantea, in località Formiciche. Alle prime luci del giorno successivo, 15 dicembre 1990, Carabinieri e personale della Capitaneria di porto di Vibo Valentia effettuano la prima ispezione a bordo.Nel pomeriggio, arrivano anche i Vigili del Fuoco, la Guardia di Finanza e i rappresentanti, definiti misteriosi da Cirillo in un suo scritto,della società armatrice Messina.

 

Secondo le ricostruzioni del giornalista diamantese, qui iniziano i misteri sulla natura del carico della Jolly Rosso.

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About Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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