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Isola di Dino, lo sfogo di Cassiano

A vantaggio di coloro che, interessati all’argomento, non hanno potuto partecipare alla conferenza stampa convocata a seguito del sequestro di parte del molo dell’Isola di Dino, effettuato dall’Ufficio locale marittimo, pubblico il discorso integrale del responsabile dell’Isola di Dino Club Srl, Matteo Cassiano (foto).


Era mia volontà svolgere questa conferenza sull’Isola di Dino, ma, al fine di evitare di essere oggetto di eventuali altri provvedimenti e/o contestazioni, ho ritenuto prudente effettuarla in questa sede in tutta serenità.

L’idea di valorizzare l’isola e di dare il mio totale apporto imprenditoriale al sito è scaturita da numerosi viaggi effettuati alla scoperta delle meraviglie d’Italia, ho da sempre avuto un “debole” per le isole, in particolar modo per Capri e Panarea, ma nel contempo dopo averle visitate, ritornavo e rimanevo mortificato nel pensare che l’isola della mia città, sia pur con analoghe potenzialità se non addirittura maggiori, fosse in un completo stato di abbandono e di degrado.

Mi sono chiesto: “Se quest’isola si fosse trovata altrove, quali idee concrete si sarebbero potute sviluppare ?”

A questa domanda ho trovato una risposta: “Certamente, l’isola, avrebbe rappresentato l’orgoglio, l’immagine ed il propulsore dell’economia locale, provinciale e regionale”.

L’anno scorso, ho iniziato ad interessarmi dell’Isola di Dino condividendo e contribuendo alle lodevoli iniziative portate avanti da un gruppo di ragazzi che, mediante delle associazioni, da diverso tempo lavoravano per la promozione di iniziative sportive, culturali e sociali sull’isola di Dino.

Un forte e irrefrenabile entusiasmo si è scatenato in me, quando ho assistito all’installazione, in questa piazza, di una gigantografia promossa dall’amministrazione comunale, a quel punto mi sono convinto che questo prezioso dono della natura, oltre a rappresentare elemento identificativo per la città di Praia a Mare, può e deve anche per Praia rappresentare il propulsore per lo sviluppo economico e sociale dell’intero comprensorio, ed oggi, più di ieri, sono certo che l’isola di Dino abbia tutti i requisiti per diventare un vero e proprio centro di attrazione internazionale e possa rappresentare per la zona di Praia a Mare e per l’intera Calabria, un richiamo analogo a quello che è oggi Capri per il golfo di Napoli.

La stessa, per le sue particolarità e caratteristiche naturali può e deve svolgere una forte funzione di richiamo al fine di stimolare il turismo ad alto livello.

Nel mese di Febbraio ho intrapreso una significativa attività di bonifica sull’isola di Dino perché la stessa non può essere trascurata, mortificata, lasciata al degrado ambientale.

Il messaggio che ho lanciato e’ stato quello di informare l’intero paese attraverso l’amministrazione comunale e i consiglieri di minoranza sul mio progetto a breve-medio e lungo termine. Ho chiaramente precisato e sottolineato che nell’immediatezza, l’isola di Dino, dopo le opportune bonifiche sarebbe tornata a risplendere facendo sì che la stessa fosse fruibile già dall’estate 2010; che con gli operatori turistici, le associazioni di promozione territoriale e ambientale si sarebbe creata una sinergia atta a promuovere nuove iniziative per offrire al turista opportunità ed interesse per la ns. bella Praia, vivibile da aprile ad ottobre.

Nel messaggio lanciato ho anche dichiarato che neanche un granello di cemento sarebbe stato portato sull’isola, manifestando la mia totale disponibilità ad affrontare e risolvere i problemi del passato per pensare serenamente al futuro per una valorizzazione nel rispetto dell’ambiente e della natura.

Nelle more, dopo aver provveduto alla riparazione della condotta elettrica, ho ritenuto di dover dare decoro alla cabina di derivazione sita sull’arenile di Fiuzzi, nella quale sono collocate le strumentazioni elettriche e meccaniche che garantiscono i servizi primari sull’isola (quali luce, acqua, telefono). La struttura, versava da diversi anni in uno stato di assoluto degrado, in pieno contrasto con la bellezza e le caratteristiche del posto, ed a mia cura e spese ho provveduto ad eseguire la tinteggiatura e la messa in sicurezza delle porte di accesso, sostituendone una che la corrosione aveva reso pericolante.

Altro intervento che ho inteso fare, sempre a mie cure e spese, e’ stato quello di illuminare, con appositi fari il costone dell’isola ed il molo, ovviamente il tutto non senza la consulenza di professionisti specializzati nella regolamentazione delle aree sic e quindi nel rispetto delle stesse.

Grazie alla collaborazione della pro loco e alla direzione del dott. Lomonaco Vincenzo nonché di tutti i soci dell’associazione Movimiento Picante si e’ proceduto ad organizzare la giornata di pasquetta sull’isola di Dino che, nonostante le avverse condizioni atmosferiche, ha suscitato grande interesse non solo per la gente del posto ma anche per quanti da più regioni d’Italia hanno partecipato e che ancora oggi con entusiasmo ne parlano: non passava inosservata, comunque, la costante presenza della polizia locale, che dava l’impressione di controllare più del necessario…

Tutto ciò che in poco più di due mesi si e’ realizzato e che faceva ben sperare con ottimismo, che il primo degli obbiettivi che mi ero prefissato si stava materializzando, ha toccato la suscettibilità di quanti, magari in buona fede, sono anacronisticamente convinti, che l’isola di Dino debba rimanere in assoluto degrado e abbandono.

Questo è bastato per scatenare una serie di sopralluoghi e contestazioni.

Infatti, mi sono stati contestati: l’avvenuta pitturazione, la messa in sicurezza di una porta pericolante, la presenza di un faro amovibile  che interessavano la valorizzazione della cabina di derivazione, ma soprattutto, la contestazione più assurda è stata quella di aver addebitato al sottoscritto la presunta suddivisione in tre vani della predetta cabina con “la relativa modificazione degli accessi mediante la realizzazione di una terza porta”.

Ma la grande assurdità sta nel fatto che tutti sanno che ancor prima che io nascessi le tre porte e i tre vani nella cabina di derivazione già esistevano! E mi rifiuto di credere, che le autorità che hanno provveduto a tale contestazione non erano a conoscenza di ciò !

Nonostante tutto, in tale circostanza nel manifestare la mia incondizionata disponibilità, invitavo gli stessi a darmi istruzioni al fine di continuare il mio processo di valorizzazione in assoluta tranquillità chiedendo loro inoltre, una concreta collaborazione.

Purtroppo così non e’ stato: una sorta di maledizione, di cui il paese sembra essere vittima, ha deciso di destabilizzare sia socialmente che economicamente questo territorio!

Infatti, di tutta risposta, altri 6 sopralluoghi si sono susseguiti, 5 dei quali privi di ogni fondamento e di ogni logica, atteso che già dal primo sopralluogo è emersa l’assoluta correttezza dell’operato espletato nel pieno rispetto delle regole e dall’ambiente, così come peraltro gli stessi hanno relazionato.

Stanco, disturbato e vessato dai predetti sopralluoghi, al fine di prevenirne altri, il sottoscritto presentava le dovute richieste affinché fosse autorizzato a bonificare e mettere in sicurezza, a propria cura e spese, la parte di molo interessata da un’invasiva presenza di materiali insistenti da diversi anni e che deturpano l’immagine del sito.

Ancora una volta, di tutta risposta, lo scorso mercoledì, le stesse autorità che hanno contestato gli interventi alla cabina di derivazione, hanno provveduto a sequestrare l’area del molo che avevo richiesto per effettuare le operazioni di bonifica e messa in sicurezza.

Anche in questa azione è evidente una grande assurdità, atteso che, il molo non è stato da me interessato da alcun intervento che alterava lo stato dei luoghi, infatti al momento del sequestro lo stesso si trovava nelle stesse e identiche condizioni di diversi anni fa.

L’azione ha comportato una vera e propria destabilizzazione a quanti, da anni svolgono il proprio lavoro: pescatori che si vedono sequestrare le proprie reti, associazioni sub costrette a trovare altra base per le loro iniziative sportive, associazioni locali come la pro loco, costrette ad organizzare il loro evento in altri contesti, e così via.

Chiunque abbia un minimo di buon senso si chiederà: “Come mai dopo circa 20 anni di assoluto letargo, le suddette autorità si attivano solo oggi con azioni repressive?”

Forse perché oggi un imprenditore privato si e’ attivato a proprie spese per bonificare questo sito? La risposta e’ insita in questo comportamento.

Si e’ deciso che Praia e i praiesi non debbano pensare o sperare in una ripresa sociale ed economica.

Io mi definisco sotto un aspetto imprenditoriale “atipico”, atteso che solitamente si intraprendono attività economiche  in quei comuni e regioni ove la politica e le istituzioni, nel rispetto delle leggi, ne facilitano gli interventi: cosa questa che accade in quasi tutta l’Italia, per cui se non fossi “atipico” avrei dovuto operare in una di queste realtà.

L’amore che nutro – però- per il mio paese, la voglia di non emigrare e di non vedere i miei giovani compaesani fuggire via,  mi hanno imposto – e mi impongono –  di continuare a “lottare” – sia pure con la consapevolezza dei contrasti che continuerò ad incontrare- per intraprendere l’iniziativa della valorizzazione dell’isola di Dino, convinto come sono che essa può e deve rappresentare il propulsore dell’economia praiese.

Gli accadimenti citati, atteso che in questa prima fase altro non ho fatto che riportare alla luce e fare emergere la naturale bellezza del posto, laddove mi sarei aspettato una fattiva partecipazione e collaborazione dai suddetti organi preposti, mi sembrano la prova che queste stesse autorità stiano, al contrario, tentando di impedire questa nobile valorizzazione: ed e’ per questo che se da un lato assicuro che, nel rispetto delle regole, continuerò nella suddetta bonifica anche per l’incondizionata solidarietà che sto ricevendo, e per la quale sentitamente ringrazio, dall’altro il mio risentimento e’ tale da dire all’infinito vergogna, vergogna, vergogna!

Nonostante tutto, sono ottimista e mi auguro che la cittadinanza, tutte le forze politiche, le Istituzioni, Le autorità e tutti gli organi competenti intervengano costruttivamente, per programmare insieme il futuro dell’Isola di Dino in assoluta tranquillità e serenità.                                                

Matteo Cassiano

Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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