Ospedale di Praia a Mare, altotirrenici fantozziani

Altotirrenici fantozziani: siamo la causa stessa del nostro male. Prendiamoci da cittadini la responsabilità su quel che accade all’ospedale di Praia a Mare. Siamo noi che tolleriamo sporchi giochi politici sulla nostra testa.


PRAIA A MARE – L’ospedale di Praia a Mare chiude.

Uhm. Sono d’accordo con chi dice che la responsabilità è di noi tutti, ma io la intendo “di noi tutti elettori”. Continuiamo a non esprimere un rappresentante del territorio in nessuna delle istituzioni sovracomunali. Noi siamo responsabili di dare dei voti a politici che ci vengono indicati dai loro sottoposti locali e che vengono messi l’uno contro l’altro dai vertici di Cosenza in giù per frammentare l’elettorato. I nostri politici locali: responsabili a loro volta di accettare questo gioco impostato dai vertici.

In circa quattro anni, sempre per lavoro, ho visto molte passerelle politiche. Le ho viste su Corso Aldo Moro, sotto il Viale della Libertà, all’ombra di Palazzo Lamazzi Lomonaco, a Casapesenna, in quasi tutte le case comunali da Tortora a Scalea, nelle convention dei grandi hotel decadenti sulla costa.

All’incirca negli stessi anni, ho visto chiudere la Marlane, sfiorire la ss18 mentre sfioriva il turismo, chiudere numerose attività commerciali, hotel e villaggi andare all’asta. Tempo qualche mese, vedrò chiudere l’ospedale di Praia a Mare (o riconvertire, ditelo come meglio credete).

Solo qualche ore prima delle ultime indiscrezioni trapelate a mezzo stampa sulla sorte dell’ospedale di Praia a Mare, il presidente della III commissione regionale, quella della sanità, Nazzareno Salerno, diceva: “Bisogna essere ottimisti”.

Ancora peggio però, qualche istante prima, un sedicente rappresentante dei cittadini mi tirava dalla giacca (che non indossavo) per chiedermi con insistenza fastidiosa di far risultare nel pezzo giornalistico che la visita della commissione sanitaria a Praia a Mare, ordinata invece al pari di tutti gli altri territori calabresi, da Peppe Scopelliti, reggente della sanità regionale, era stata ottenuta grazie all’intercessione di un politico regionale, un cosentino credo, di certo non uno di noi.

Alla mia giustificazione che la notizia non era quella, ma l’esito della visita di Salerno e soci, la sua giustificazione ha scatenato la mia (non palesata) indignazione: “Metticelo nel pezzo – mi ha detto – come territorio non possiamo permetterci di perderlo come punto di riferimento. Lui ha fatto tanto per noi”.

Sono sempre più convinto che per questo territorio non ci sia speranza. Ma sono anche d’accordo con chi striglia tutti noi perché ci siamo svegliati all’ultimo momento.

Altotirrenici: sembriamo perennemente quel Fantozzi d’antologia che si sveglia tardi e rischia di perdere la corriera. Ci laviamo in fretta e furia, caffèlatte al sapore mentolato, saltiamo dalla finestra sulla bretella del raccordo e … restiamo col culo a terra sull’asfalto mentre la corriera se ne va.

Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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