Così, la Regione Calabria ha giustificato il parere di criticità di recente espresso dall’organismo interministeriale che controlla i piani di rientro dal deficit sanitario.
“La documentazione a disposizione dei Ministeri – è scritto in una nota – non teneva ancora conto di quanto é stato realizzato recentemente”.
Il riferimento è ai decreti del Presidente della Regione, nella qualità di Commissario ad acta per il Piano di rientro, Giuseppe Scopelliti, con i quali sono stati ratificati gli studi di fattibilità approvati dalle Asp competenti per territorio.
Ovvero, le Case della Salute di Chiaravalle Centrale, Siderno e San Marco Argentano, al posto dei dismessi ospedali. Si tratta – come già spiegato tempo fa dall’unità di Progetto del Piano integrato sanitario della Regione Calabria – dei tre modelli, in base alle dimensioni, su cui plasmare la rete, consistente in otto Case della Salute, tra cui Praia a Mare, Trebisacce, San Marco Argentano e Cariati in provincia di Cosenza.
Nelle Case della Salute – fanno sapere dalla Regione – si svolgeranno attività di prevenzione, diagnosi e cura di tipo territoriale, oltre che di riabilitazione realizzando una presa in carico globale dei cittadini con la messa a disposizione dell’offerta sanitaria alternativa all’ospedale, compresa l’emergenza-urgenza”.
Ma è un dato di fatto che in alcune aree, il caso del Tirreno cosentino è esemplare, questa riorganizzazione resta ancora sulla carta.
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