Processo Marlane, ritardi per colpa di Ruby: è una bufala

PAOLA – L’udienza del processo Marlane del 18 gennaio è stata rinviata, ma non a causa di un legittimo impedimento avanzato per partecipare al cosiddetto processo Ruby dall’avvocato Niccolò Ghedini, difensore del gruppo Marzotto, come denunciato dallo Slai Cobas e come riportato anche da autorevoli testate giornalistiche.

A quanto si apprende lo slittamento è stato determinato dal legittimo impedimento di altri legali e, inoltre, il presidente del tribunale di Paola, Domenico Introcaso (foto) ne ha disposto il recupero anticipando, forse, una nuova calendarizzazione del processo.

Le prossime udienze, infatti, a partire da quella del 25 gennaio, si svolgeranno ogni settimana fino al 15 febbraio. Dopodiché sarà resa nota la nuova calendarizzazione che, appunto, potrebbe proseguire al ritmo di una udienza a settimana e non ogni due come è avvenuto nella prima tranche del processo.

Un impegno informale che, sul finire del 2012, il presidente del tribunale di Paola aveva assunto con gli avvocati di parte civile e che ora sembra trovare conferme. E troverebbe conferma – è trapelato dal foro paolano – anche l’abbattimento del numero dei testimoni da ascoltare. Dal numero di mille400, infatti, si sarebbe scesi a soli 400, poiché molti testi sarebbero comuni alle difese, dunque sarebbe inutile sentirli più volte. Inoltre, nell’udienza prevista per il primo di febbraio saranno ascoltati gli ultimi testimoni individuati dai Pm titolari del procedimento.

La nuova calendarizzazione, invece, sarebbe resa possibile dall’accoglimento della richiesta di Introcaso alla Corte d’Appello di sostituire nelle altre cause i due giudici a latere che con lui stanno guidando il processo Marlane.

Un calendario di udienze più fitte e meno testimoni, dunque, per conferire tempi brevi al processo sulle morti bianche e sui disastri ambientali nell’ex edificio tessile di proprietà della Marzotto.