Sul Tirreno cosentino il tema è tornato prepotentemente d’attualità a causa della recente ondata di maltempo che ha influito negativamente su situazioni limite pregresse, come nel caso della frana sulla collina dove sorge l’ospedale di Paola.
Facendo riferimento agli studi effettuati dall’Autorità di bacino della Regione Calabria, è stato evidenziato come l’area sia identificata con l’indice di rischio maggiore: R4. Un codice che indica come “molto probabili” fenomeni franosi che in effetti, in più casi, hanno interessato i pendii della collina.
Quello del San Francesco di Paola però, sul Tirreno cosentino non è un caso isolato.
Scorrendo verso Nord la mappa del Piano per l’assetto idrogeologico della Calabria si incontra una situazione molto complessa nel Comune di Cetraro. La carta indica, infatti, diverse zone contrassegnate come R4 che interessano in particolare alcune contrade. È esemplare il caso di contrada San Filippo dove si è registrato a fine del 2012 il crollo del ponte Arenazza.
Un rischio elevato che è anche riscontrabile in molti centri storici dei comuni del territorio. La mappa del rischio mostra ad esempio il caso di Verbicaro, dove zone R4 e altre intermedie, interessano l’intero abitato e la principale strada di collegamento. E in effetti nel centro montano, negli anni scorsi, si sono registrati diversi eventi franosi ed è stato necessario procedere anche all’abbattimento di alcuni edifici.
Leggermente migliori, ma pur sempre allarmanti, sono le situazioni del Comune di Orsomarso, di quello di Grisolia, con una vasta zona R4 sul versante del burrone che delimita il centro storico, e di Buonvicino. Qui, la carta mostra diverse zone a rischio intermedio nelle frazioni, ma una R4 proprio sul centro abitato. Altri due comuni che presentano zone a rischio elevato in prossimità dei centri storici sono Tortora e Aieta.
Spostandosi a Nord, vanno evidenziate anche le situazioni di Scalea, nella zona Nord del centro abitato, e San Nicola Arcella, in località Saracena. In entrambi i casi salta all’occhio la presenza di numerose costruzioni, in particolare villaggi turistici, che lasciano pensare alla connessione tra i fenomeni franosi e l’intervento della mano dell’uomo a modificare l’assetto del territorio.
Nei comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese le zone contrassegnate a forte rischio idrogeologico si trovano sulla fascia costiera e, anche qui, si sovrappongono ad aree fortemente cementificate.
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