Tortora, Laino: “Il Pd Tortorese è assente”

DI GIUSEPPE LAINO*

TORTORA – A quattro mesi dall’elezione del segretario del circolo tortorese, l’attività del Pd si è fatta sentire soltanto per votare e far votare candidati provinciali, regionali e nazionali.

Ormai Il Partito democratico a Tortora serve solo come bacino di voti quando necessario, dopo di che stoppa le sua attività e, come già successo in passato, ricade nell’assenteismo puro.

Nessuna nuova aggregazione, né coinvolgimento della vita politica locale nel partito. Anzi, al contrario, la sua cattiva gestione ha fatto allontanare, per non dire quasi sparire, quei pochi iscritti che volevano attivamente partecipare.

La politica di un partito, ritengo debba essere svolta tutti i giorni dell’anno, parlando con la gente, ascoltandone i problemi e facendosi carico soprattutto delle criticità che si vivono. Non possiamo più stare in silenzio e aspettare che altri facciano ciò che dovremmo fare noi. Proprio in questi momenti di enorme difficoltà, c’è la necessità di avere una maggiore attività da parte di quei partiti che sono al governo, affinché con determinazione, dalle lontane nostre periferie, possano far sentire la propria voce alle istituzioni comunali e sovracomunali delle problematiche locali.

È una storia già vista e cosi come avevo affermato anzitempo, per cambiare veramente le cose non si può più fare la solita politica di salotto e di compromessi clientelari per appagare i propri fini personali, ma ci deve essere una forte presa di posizione e di responsabilità da chi fa politica.

In questi quattro mesi poco o quasi niente è stato fatto, e visto che il prossimo anno Tortora avrà da gestire le amministrative, mi chiedo quale sarà il ruolo di questo partito che viene da una storia molto lontana, quando il fallimento di una cattiva gestione cessava con le umili dimissioni del segretario. Ma, è ovvio, quelli erano altri tempi.

Da oltre due mesi ho rinunciato al mio posto nel direttivo poiché troppo spesso i punti di discussione non trovavano punti comuni con gli altri componenti di maggioranza del partito e per questo le dimissioni erano doverose soprattutto nei confronti di chi ha appoggiato la mia candidatura.

Credo che chi vuole il bene collettivo debba rinunciare ai propri interessi personali e soprattutto non lasciare che la vita di un partito sia condizionata dalla propria professione. Né, viceversa, utilizzarla per i propri fini.

È dovere dello stesso Pd rappresentare iscritti e cittadini tortoresi per risolvere piccoli e grandi problemi locali. Se non è così, allora mi chiedo a cosa serve gestire un partito se poi chi lo rappresenta non è mai presente a nessuna iniziativa politica nè ad ascoltare ciò di cui la gente ha bisogno. Voglio ricordare che la politica significa rappresentare e proporre, e non rappresentare solo esclusivamente sé tessi e i propri interessi.

C’è bisogno di un vero cambiamento, radicale, ma che parta dalle piccole realtà locali altrimenti resteremo i soliti eternamente esclusi solo perché qualcuno attraverso prese di posizioni crede che altri non sappiano fare meglio.

Il Partito deve pensare al bene comune e non al bene personale.

Nei prossimi giorni segnalerò al segretario provinciale e regionale la cosa, affinché prenda in esame la questione, visto che gli elementi ci sono tutti per indire una elezione seria, e questa volta controllata e gestita con delle regole ben precise senza avere iscritti che non sanno nemmeno di esserlo.

 

* Pd Tortora