Paola, usura e ricettazione: le mani sulle imprese

PAOLA – Usura e ricettazione. Le mani sulle imprese. A giudizio tre persone: due strozzini e un funzionario di banca.


Ieri mattina al Tribunale di Paola sotto la presidenza di Paola Del Giudice si è aperto il processo a carico di Antonio Arete e Agostino Iacovo, e del banchiere Franco Mario Vattimo.

In particolare Arete e Iacovo, approfittando dello stato di bisogno economico finanziario di Pierluigi Zicarelli, esercente un’attività di impresa nel settore edile a Fuscaldo, elargivano nei confronti dello stesso prestiti di denaro con scadenza a 60 giorni pretendendo ed ottenendo quale corrispettivo interessi usurari anche del 15 percento.

Il banchiere, invece, anche se non ha avuto concorso nei reati dei due strozzini, compiva operazioni bancarie atte ad ostacolare l’identificazione della loro provenienza delittuosa. In particolare provvedeva al versamento su richiesta dell’Arete di detti titoli bancari nell’agenzia di Guardia Piemontese dove operava senza far apporre preventivamente quale girata la firma dell’Arete al quale corrispondeva successivamente in contanti la somma di denaro. Svariati gli assegni cambiati in questo modo.

Nell’aula Beccaria sono stati sentiti il maresciallo La Rosa e altri testimoni dell’accusa che hanno riferito dei fatti di loro conoscenza.

Gli imputati sono difesi dagli avvocati Giacomo Middea, Lucio Esbardo e Nicola Guerrera. Mentre l’imprenditore parte offesa da Massimo Zicarelli.

Il processo è stato istruito dal procuratore capo Bruno Giordano e il Gip ha rinviato a giudizio gli imputati. Nel corso delle indagini sono stati ricostruiti i movimenti bancari riconducibili a Zicarelli e agli altri due imputati.

I guai per Zicarelli iniziano quando a causa delle sue difficoltà si rivolge come verbalizzato dallo stesso a Franco Tundis esponendo i suoi problemi e quest’ultimo offre il suo “aiuto”. Poi però diventa minaccioso nei confronti dell’imprenditore. I soldi andavano restituiti con gli interessi. Tundis è un’altra vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, è stato giudicato per questo reato in un altro processo ed è altresì imputato in Tela del Ragno.

Per quanto riguarda Arete è stato accertato che Vattimo spesso riceveva assegni dall’imputato. E nel corso di un colloquio con gli investigatori: “Erano di terze persone e mi veniva chiesto di restituire la somma in contanti ogni qualvolta avevo la disponibilità”. Agostino Iacovo, anche lui accusato dei medesimi reati di Arete, lo ritroviamo pure in “Cartesio”. E anche nel processo a carico di altri quattordici imputati, che si sta avviando a conclusione, gli viene contestato a vario titolo l’usura. Secondo fonti investigative è un uomo del clan Muto.

Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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