“Migrantes”, la grande truffa all’Inps, è approdata ieri davanti al Gip che ha accolto la richiesta del PM Sonia Nuzzo di portare a processo gli indagati. Secondo l’accusa istruita dal procuratore capo di Paola, Bruno Giordano, e condotta dalla guardia di finanza di Scalea sul territorio costiero del Tirreno cosentino (da Praia a Mare ad Amantea) sarebbero stati intascati illecitamente oltre 5 milioni di euro e molti altri ne sarebbero stati sborsati se l’inchiesta non avesse bloccato immediatamente l’erogazione delle indennità.
Il Gip Bortone ha altresì accolto due questioni di incompatibilità territoriale. E ha fissato l’udienza del processo per giugno 2015.
Ricordiamo che la fiamme gialle hanno sequestrato ai “falsi poveri”, per cercare di recuperare almeno parte del maltolto, 229 unità immobiliari e 59 conti correnti per un valore di circa un milione di euro.
Gli emigrati in Usa, Argentina, in Brasile e altre nazioni dell’America Latina, tornavano in Italia giusto il tempo per ottenere la cittadinanza. Quindi, dichiarando redditi da fame, chiedevano all’Inps l’assegno sociale. Incassato l’ok dall’istituto previdenziale aprivano un conto corrente postale o bancario su cui fare accreditare l’indennità e facevano rientro all’estero. Alcuni tornavano solo di tanto in tanto nei loro paesi di origine per incassare il gruzzoletto accumulato, altri non facevano nemmeno questo, delegando qualche amico o parente al prelevamento e al bonifico sul loro conto estero.
Ma c’è stata anche scarsa attenzione da chi avrebbe dovuto controllare le pratiche presentate per ottenere gli assegni sociali. Nei lunghi anni d’indagine sono state monitorate circa 200 posizioni sospette ed è stata acquisita tutta la documentazione bancaria e postale sui conti correnti e i libretti di risparmio su cui venivano accreditati gli assegni sociali dall’Inps, dal cui esame è emerso che i beneficiari effettuavano prelievi direttamente dai paesi esteri.
Le indagini in effetti sono scattate tra il 2003 e il 2004 quando l’Inps ha consegnato alla finanza di Scalea guidata dal tenente Eliana Minolia il lungo elenco dei presunti poveri. Un esempio: un uomo di 69 anni, emigrato dal Brasile in Italia nel 2004, otteneva la residenza a Belvedere Marittimo per poi partire nuovamente per il sud America per 14 mesi. Nel 2005 faceva rientro in Italia per aprire un libretto di risparmio postale per l’accredito dell’assegno sociale. Presentava richiesta per l’ottenimento di tale beneficio presso la sede Inps di Scalea. La otteneva, faceva nuovamente rientro in Brasile e tornava in Italia solo dopo due anni per “riscuotere”.
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