PRAIA A MARE – Anche le disposizioni in materia di pronto soccorso predisposte sull’Alto Tirreno cosentino con il Piano di riordino dell’emergenza-urgenza sanitaria dalla struttura commissariale hanno influito nella decisione del Consiglio di Stato per l’annullamento della riconversione dell’ospedale di Praia a Mare.
È quanto si evince dalla lettura delle motivazioni della sentenza di Palazzo Spada sul ricorso presentato dai Comuni di Praia a Mare e Tortora contro i provvedimenti regionali che hanno convertito la struttura praiese in un Centro di assistenza primaria territoriale.
Anche nella sostituzione del pronto soccorso con un Punto di primo intervento, infatti, il Consiglio di Stato ha rilevato un mancato rispetto dei Livelli essenziali di assistenza sanitaria.
Nell’informativa richiesta alla struttura commissariale dai giudici, nella fase pre-giudizio, è stata innanzitutto riscontrata una “indicazione fuorviante”.
Dalla Regione, infatti, viene prospettato che il Piano di riordino della rete di emergenza-urgenza prevede a Praia a Mare un Punto di primo intervento h24 e una pista di atterraggio per l’elisoccorso per i casi più gravi. Ma è proprio l’informativa a chiarire che lo stesso piano non individua le località nelle quali debbano essere collocate le superfici per l’elisoccorso che dovranno essere definite con programmazione secondaria.
“A Praia a Mare – fa sapere il commissario della Sanità calabrese ai giudici – i soccorsi urgenti vengono comunque assicurati da mezzi dell’elisoccorso che atterranno su superfici d’emergenza”.
Secondo il Consiglio di Stato, il Piano non solo non ha tenuto conto del ruolo di riferimento rivestito dal Punto di primo intervento di Praia a Mare per l’area montana del Tirreno cosentino.
“Ad avviso del Collegio – si legge nella sentenza del Consiglio di Stato – l’agibilità di un vero e proprio eliporto, con relative dotazioni tecnico strumentali e margini di corrispondente sicurezza, non è paragonabile a quella di un servizio di elisoccorso che viene effettuato con i limiti e le incertezze connesse alla utilizzazione di superfici di emergenza”.
L’impressione è che la sentenza trovi forza proprio nella difesa opposta dalla Regione. E lo si evince anche nella parte in cui prospetta ai giudici l’alternativa, sempre nell’ambito delle urgenze, costituita dall’ospedale di Maratea, a 40 minuti di distanza ma fuori regione.
Una alternativa che il Consiglio di Stato boccia come “non congrua” poiché “Appare evidente – scrivono i giudici – che il rispetto dei Lea nel Piano di riordino della rete emergenza-urgenza nell’area dell’Alto Tirreno cosentino non può formalmente dipendere da scelte di programmazione sanitaria di competenza di un altra Regione, la Basilicata, che non è chiamata a cooperare per la soddisfazione dei fabbisogni di prestazioni sanitarie della Calabria”.
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