Fuscaldo, rissa in famiglia: partito il processo

PAOLA – Il mancato pagamento di un affitto la goccia che ha fatto traboccare il vaso.


Bastonate, calci e pugni. Una rissa bella e buona in famiglia con una sfilza di referti ospedalieri e una parentela che è andata a farsi benedire.

Si è aperto ieri mattina al tribunale di Paola il processo a carico di dieci persone quasi tutte di Fuscaldo. Dinanzi al giudice Grunieri si sarebbero dovuti sentire i testimoni dell’accusa ma la mancata notifica del decreto di rinvio a giudizio per due persone ha fatto slittare la prima udienza al 26 febbraio 2015.

I fatti sono accaduti nel 2009. Tutte le persone incriminate sono a processo con l’accusa di rissa aggravata.

I difensori degli imputati che rischiano da 3 mesi a 5 anni, sono gli avvocati Libero Borsani e Giacomo Middea, del foro di Paola.

Le botte riguardano i componenti di tre nuclei familiari, donne comprese, originari comunque della stessa famiglia. L’imputato più anziano, il nonno, che si era schierato con uno dei gruppi contrapposti nonostante i suoi 77 anni all’epoca dei fatti, ricevette colpi proibiti, alla testa e al collo.

Dalle ricostruzioni emerse che i soggetti coinvolti nella rissa si ritrovarono sotto l’appartamento occupato da uno dei giovani della famiglia, che non avrebbe corrisposto il fitto ai parenti. Dopo alcuni minuti di accesa discussione proprio sul mancato versamento dei soldi, scoppiò la rissa, terminata poi appena qualche minuto prima dell’intervento dei carabinieri.

I militari sequestrarono alcuni bastoni in legno, che erano stati nascosti e che sarebbero serviti agli imputati per colpirsi a vicenda, nonché addirittura per rompere l’auto di altro familiare. Segnali inconfutabili che tra di essi regnassero da tempo attriti e frizioni.

Nella fase d’indagine iniziale i carabinieri raccolsero le denunce dei gruppi avversi, che ovviamente non combaciavano. Da quest’ultime si evince che due familiari stavano anche per essere appositamente investiti dall’auto guidata da altro congiunto.

Una serie di fatti raccapriccianti, insomma, che impegnarono non poco gli inquirenti, che dopo aver raccolto varie testimonianze riuscirono a chiudere il cerchio delle indagini.

Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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