Praia a Mare, ludoteca chiusa: interviene Franca Parise

DI FRANCA PARISE*


PRAIA A MARE – Dopo aver letto il vostro articolo in merito alla chiusura del Centro aggregazione giovanile di Praia a Mare dove, per quattro anni, la nostra associazione ha operato a favore del sostegno alla disabilità e non solo, anche autofinanziandosi e portato avanti un progetto di integrazione sociale in partenariato con l’associazione musicale Birdland, riteniamo doveroso precisare quanto segue.

Riconsegnate le chiavi del centro, dopo aver ricevuto tale ordine dall’amministrazione comunale di Praia a Mare, e dopo aver raccolto con dignità le nostre cose senza alcuna reazione ma nel silenzio che ha saputo parlare di più, abbiamo continuato a seguire i nostri ragazzi senza mai pensare di cessare le nostre attività.

Certo, lo sconforto era tanto e anche le tante paure di non farcela, ma la nostra passione e la nostra determinazione a vivere quel sogno di integrazione vera e concreta, era più forte. Abbiamo tenuto i ragazzi per strada raccontando favole inventate per rispondere alle loro domande, li abbiamo accolti nei giardini delle nostre case fingendo di essere tranquilli e sereni, mentre invece eravamo invasi dalla tristezza, senza comprendere il perché di quello sfratto, perché di questo si è trattato.

Ma se i sogni sono condivisi, diventano realtà e un giorno un angelo è arrivato da noi donandoci un luogo dove sistemare quei ragazzi, dove accoglierli ogni giorno e di più. Ecco, volevamo precisare questo, se l’amministrazione ha compiuto questa scelta, avrà le sue ragioni che poco ci riguardano. A noi stavano a cuore le disabilità e quei ragazzi che vivono con noi dalle 10 del mattino alle 18 della sera, ogni giorno della settimana. Mai abbiamo smesso di operare con loro.

Una sede ora c’è ed è operativa. Le attività sono moltissime e anche la musicoterapia di cui si è parlato nell’articolo, viene applicata ai nostri ragazzi già dal 2008 senza mai essere stata interrotta.

Ciò che in più avveniva lì dentro erano i laboratori musicali che ora sono in altra sede. Un contributo dei ragazzi che frequentavano quei corsi permetteva la loro sopravvivenza. Precisiamo questo perché da anni ci occupiamo di disabilità e pensiamo di farlo con tutto il nostro cuore oltre che in maniera tecnica avendo all’interno dell’associazione stessa le figure professionali che occorrono per sostenere e motivare i ragazzi auspicando ad una migliore qualità della vita per loro.

Non ci piace, per questo, sentire che le disabilità sono state abbandonate, Noi non lo abbiamo fatto perché ci crediamo davvero in ciò che facciamo da sempre. Grazie.

*presidente associazione Teniamoci per mano onlus

Redazione

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