Si tratta dell’apparecchiatura che a dicembre 2013 era stata spostata lasciando a Praia a Mare un esemplare più datato e che da alcune settimane è fuori servizio per un guasto.
La richiesta giunge proprio a causa dei disservizi che si sono registrati per l’utenza dell’Alto Tirreno cosentino costretta a sobbarcarsi il viaggio fino al Iannelli di Cetraro per esami diagnostici semplici, ma anche per le urgenze.
Destinatari dell’istanza, i direttori delle unità di Radiologia e di Ingegneria clinica, Antonio Lopez e Nicola Buoncristiano. Della vicenda è stato portato a conoscenza anche il direttore generale facente funzione dell’Asp di Cosenza, Luigi Palumbo.
Il direttore del distretto sanitario ha comunque difeso il servizio di Radiologia per i risultati ottenuti nel post conversione e ha cercato di stoppare le polemiche.
“La rottura di una apparecchiatura, per quanto in via di sostituzione – ha detto la Bernaudo – non può determinare l’annullamento di tutti gli sforzi fatti. Basti verificare l’abbattimento dei tempi d’attesa e l’incremento considerevole del numero di prestazioni rispetto agli anni precedenti”.
Lo stesso discorso è stato fatto anche per il poliambulatorio di Amantea che vive, sempre in merito al servizio di radiologia, problemi simili.
Il direttore del distretto ha inoltre precisato che lo spostamento del secondo radiografo da Praia a Mare a Cetraro non era stato autorizzato dalla sua struttura, come erroneamente riferito anche dalla nostra redazione.
La Bernaudo ha inoltre chiesto spiegazioni al responsabile di Radiologia, Antonio Lopez, sull’organizzazione del servizio prestato da esterni “Dal momento che – dichiara il direttore – il distretto ha provveduto a incaricare radiologi per 180 ore settimanali solo nel 2014. Spesso e volentieri – aggiunge – viene lamentata la carenza di medici ad Amantea e a Praia a Mare. Nessuna diminuzione di prestazioni può essere giustificata atteso il monte ore – settimanale di radiologi”.
Quanto agli effetti della riconversione in struttura territoriale dell’ex ospedale di Praia a Mare, dalla sede di Paola del distretto viene posto l’accento sul trauma subito dalla popolazione per la chiusura, ma anche sulla strumentalizzazione della vicenda.
“C’è – sostiene ancora Giuliana Bernaudo – chi innesca la marcia della protesta a prescindere, non riesce ancora a vedere quanto si sia realizzato all’interno del Capt e ogni occasione, dalla più banale alla più importante, si trasforma di fatto in un attacco violento”.
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