Tela del ragno, la requisitoria di Facciola (parte 1)

Pubblichiamo alcuni stralci della requisitoria del PM Eugenio Facciolla nell’ambito del processo Tela del ragno. Parte 1: la lealtà e la correttezza del Foro… E le richieste di assoluzione.

PAOLA – (…) il Pubblico Ministero ha l’ingrato compito di cominciare a parlare per primo, no? Quindi, è svantaggiato, certamente, rispetto a quello che sono le altre parti del processo (…).

Ma in questo caso devo dire che sono avvantaggiato invece che essere svantaggiato, perché ho avuto la fortuna, da un lato, di potere utilizzare tutta l’esperienza, la competenza di personale, più che qualificato, di forze di Polizia che ha saputo, non solo coadiuvato, ma ha saputo anticipare le attività del mio ufficio, quindi, con una attività propria di Polizia giudiziaria, propria di investigazione, pura di investigazione che, poi, in realtà, ha consentito al Pubblico Ministero di raccogliere e di coordinare ed infilzare meglio tutte le ulteriori emergenze.

E avvantaggiato dal fatto di avere avuto la possibilità di confrontarmi, poi, con quelli che erano gli elementi che sostengono l’impianto accusatorio, confrontarmi in questa aula in un’aula in cui c’era un Tribunale che, certamente, non sta a me, non dovevo essere io a dirlo, più che attento, più che qualificato per l’esperienza, non fosse altro che in questi ultimi anni ha avuto modo di formarsi proprio in tema di processi di criminalità organizzata in questo territorio, ma devo dire con un foro che per me è stata la conferma della serietà, della lealtà, della correttezza del collegio, non solo collegio difensivo, ma del foro di Paola che ha saputo esprimere… Diciamo, non solo in questi anni ma, soprattutto, in questo dibattimento così complesso, così particolare, così delicato per i temi di trattazione, ha saputo esprimere grande senso di responsabilità, lealtà e correttezza e compostezza mi permetto di dire.

Quello che, sostanzialmente, la carta costituzionale delega al Pubblico Ministero rappresentante, per così dire, della pubblica accusa e al difensore per la nobile funzione che è chiamata a svolgere. È stato un confronto leale, perché abbiamo perseguito lo stesso fine con i difensori, cioè, quello di accertare la verità e verificare, in relazione ai singoli fatti, alle persone che sono chiamate a rispondere di questi fatti, sussistono, o meno, gli elementi per affermare la responsabilità o la prova di innocenza dello stesso soggetto.

E questa è una cosa importante e devo dire che in ventitré anni è forse una delle poche occasioni che ho avuto di avere un confronto così leale e così corretto con l’altra parte processuale (…).

Sarebbe riduttivo dire che ho rappresentato e rappresento l’accusa, rappresento quello che è, e lo dico con forza, la carta costituzionale mi ha delegato e mi ha chiesto di fare in questa aula, quello di perseguire i reati senza venire meno al doveroso compito di accertare, se ci sono, elementi a favore dell’imputato, così come a favore degli indagati originari per questo procedimento e tanto è vero che vi è stato un provvedimento interlocutorio di archiviazione che è stato consegnato agli atti già nella fase delle indagini preliminari, e ulteriori provvedimenti, poi, nella fase di rinvio a giudizio, con richiesta della pubblica accusa da me rappresentata che sono state accolte dal Giudice per le indagini preliminari e così come in questo processo non verrò meno a questo compito, nel senso che richiederò anche delle assoluzioni laddove, evidentemente, ritengo che non ci siano prove che, oltre il ragionevole dubbio ma ancora prima del ragionevole dubbio, siano, comunque, idonee a suffragare la tesi dell’ufficio di Procura. (…continua)

TELA DEL RAGNO