Praia a Mare, il caso Segnan e il confine tra medico e sociale

PRAIA A MARE – C’è un limite oltre il quale terminano le valutazioni di tipo medico e incominciano quelle di natura sociale.


Questa, in estrema sintesi, la precisazione che ci è stata fornita dal Nucleo valutativo del distretto sanitario locale in merito al caso di Filomena Segnan: disabile 22enne di Praia a Mare. (ne abbiamo parlato qui)

Per lei, nei giorni scorsi, i genitori hanno lanciato un appello affinché venisse rivista la decisione di bocciare il progetto di terapie domiciliari erogato da una struttura fuori regione, l’Aias di Lauria. Il Nucleo valutativo, invece, ha disposto di rivolgersi alle strutture presenti sul territorio di competenza.

Di seguito, riportiamo parte delle motivazioni forniteci omettendo, per questioni deontologiche, dettagli medici e patologici del soggetto in questione.

Il Nucleo – ci è stato spiegato – ritiene che nel caso specifico la disabile necessiti di 2 cicli annui di terapia occupazionale e non di quel che in ambito medico identifichiamo come presa in carico del soggetto. Terapie – è stato aggiunto – che possono essere svolte presso il Poliambulatorio Asp di Scalea, attrezzato per ricevere questo caso. Si tratta di una decisione – è stato detto in conclusione – aderente alle linee guida nazionali recepite dalla regione e di carattere strettamente medico”.

Questo per sottolineare, se si vuole anche in maniera fredda, che la struttura sanitaria nulla può fare per le difficoltà esposte dalla famiglia Segnan, tra cui soprattutto la mancanza, per ragioni economiche, di un veicolo per recarsi fuori paese a svolgere le terapie.

Ovvero, per due volte all’anno, 15 sedute di circa un’ora, distanti l’una dall’altra due – tre giorni. Un ciclo, dunque, durerebbe all’incirca un mese e mezzo.

Della difficoltà dei Segnan, in particolare di quella di raggiungere il Poliambulatorio di Scalea, dovrebbero interessarsi le istituzioni o, al massimo, le associazioni di volontariato.

Proprio la famiglia Segnan, nei mesi scorsi, aveva sollevato la questione della mancanza di strutture comunali a Praia a Mare per lo svolgimento di attività terapeutiche e di socializzazione per i disabili.

Il riferimento era alla Ludoteca ospitata all’interno del Centro di aggregazione giovanile, chiuso circa due anni fa a causa di lavori di adeguamento e mai riaperto.

Dagli uffici dei servizi sociali del Comune di Praia a Mare fanno sapere di essere a conoscenza del problema della famiglia Segnan e che stanno lavorando alla ricerca di una soluzione.

Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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