Lo riferisce il geologo Francesco Marsiglia che, nei mesi scorsi, aveva lanciato con Raffaele Papa la proposta di compiere studi per pervenire a progetti di sfruttamento di questa importante risorsa allo scopo di incentivare lo sviluppo e l’occupazione locale.
“Un’eventuale attività di imbottigliamento – commenta Marsiglia – potrebbe coinvolgere il pubblico o il privato o, perché no, entrambi in maniera sinergica. In quella zona infatti ci sono terreni sulla falda che sono di proprietà tanto di privati quanto del comune. Si potrebbe inoltre avviare un discorso con le grandi marche oggi in commercio. Quel che è importante da capire è che l’acqua è un bene dello Stato e un suo eventuale sfruttamento necessiterebbe di un parere fornito, nel nostro caso, dalla Regione Calabria, per ottenere una concessione mineraria dietro la corresponsione di un contributo annuo”.
La conferma della bontà dell’acqua delle contrade montane tortoresi sarebbe giunta da analisi specializzate commissionate ad un laboratorio privato dai promotori dell’idea.
“Le abbiamo comparate con una delle marche più note e consumate in Italia – aggiunge il geologo – e i risultati sono sorprendenti. Solo alcuni valori – precisa Marsiglia – sono molto inferiori ma ciò dipende dalla conformazione delle rocce. Per il resto – ha concluso – i valori sono quelli di una buona acqua oligominerale”.
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