PAOLA – “La mia disposizione organizzativa è riferita alle emergenze chirurgiche. Queste non possono essere garantite presso l’ospedale di Paola. Non si tratta di chiusure di unità operative”.
Il direttore dello Spoke Paola – Cetraro, Vincenzo Cesareo, ritorna sulla decisione resa nota nella giornata di ieri (leggi qui) e precisa motivi alla sua base e gli effetti.
“Le nuove norme – spiega – sono in contrasto con la grave carenza di personale che si registra. L’unica è accentrare l’emergenza – urgenza su su unico plesso. A Paola sono in servizio solo tre medici anestesisti e altrettanti specialisti in chirurgia. Qui il direttore della radiologia, Antonio Lopez, ha segnalato l’impossibilità di eseguire esami in urgenza sempre per carenza di medici specialisti radiologi. In queste condizioni non è possibile garantire l’emergenza-urgenza nei due stabilimenti ospedalieri dello Spoke”.
Cesareo fornisce anche un esempio. “Se di notte – spiega – un paziente ha bisogno di un intervento chirurgico urgente, a Paola non siamo in grado di garantirlo e allora lo facciamo a Cetraro. A Paola possiamo fare chirurgia di elezione mattina e pomeriggio. La verità – sbotta poi Cesareo – è che se vogliono i due ospedali fotocopia devono garantire il personale”.
Il riferimento è agli ospedali Iannelli di Cetraro e San Francesco di Paola, distanti l’uno dall’altro solo 15 chilometri e che dall’istituzione dello Spoke che li riunisce dall’essere complementari finiscono per essere simili nelle funzioni. Fotocopia, appunto.
La disposizione organizzativa di Cesareo ha suscitato non poche proteste in città a Paola. Non si tratta – come detto dal direttore Spoke – di una chiusura del pronto soccorso. Ma è innegabile che anche questo nuovo episodio sia l’ennesima prova del grave stato in cui versa la sanità del territorio. La prova, inoltre, di come siano solo peggiorate le cose con la riorganizzazione del sistema sanitario regionale lanciata dalla Giunta Scopelliti di centrodestra e che l’attuale governo regionale di centrosinistra non ha affatto corretto.
Quanto alle polemiche suscitate dall’ultimo atto di Cesareo, emerge ancora una volta come la sanità sia terreno di scontro politico piuttosto che di soluzione dei problemi.
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