Sanità, Paola piange ma Cetraro non ride

PAOLA – Se Paola piange Cetraro non sta meglio. Mancano attrezzature e personale nei due presidi. E nei giorni scorsi si è dimesso al Iannelli anche il primario di Ginecologia.


Adesso anche i camici bianchi che qualcuno definisce “cani sciolti” non possono fare a meno di intervenire.

“Indipendentemente dagli interessi politici – spiega il ginecologo Lello Soranna – a volte guardare la valenza sanitaria di una struttura ospedaliera può essere più importante di qualsiasi altra cosa. Visto il fallimento generalizzato del dipartimento materno-infantile con i parti in costante calo (sotto i 500 all’anno), la ginecologia pressoché inesistente con interventi dirottati verso le strutture private convenzionate, il primario di ginecologia, nominato da non più di tre mesi, si dimette in quanto impossibilitato a svolgere il proprio lavoro”.

E la neonatologia? “Inesistente”. La pediatria? “Stenta a farsi riconoscere come vero e proprio reparto”. Come a dire, a ognuno la sua croce.

Tutto questo mentre nel frattempo a Paola si sono tenute due iniziative pro ospedale. La prima con il consigliere regionale Carlo Guccione la seconda con il comitato Michela Bonavita. Cetraro invece convinta forse di mantenere tutti i suoi servizi non proferisce verbo. Anche se le cose vanno male, così come rimarcano anche gli operatori.

Vertice partecipato con il consigliere regionale. L’iniziativa organizzata da Prospettiva comune ha visto la partecipazione di movimenti ed esponenti politici locali e provinciali, di sindacati, operatori ospedalieri e dei responsabili del comitato Bonavita. Mancava il sindaco. Al quale è stata indirizzata qualche frecciata.

Guccione avrà un bel da fare nei prossimi giorni per venire a capo a quelle che sono le problematiche del nosocomio. Inutile girarci attorno. Se Paola vuole essere polo chirurgico non può permettersi il lusso di non vedere alcun incremento di personale e di attrezzature. Non solo non le ha ancora avute ma col passare del tempo le sue funzioni si stanno svuotando. Lo hanno ribadito il responsabile dell’area chirurgica-ortopedica Massimo Candela, il dirigente del pronto soccorso, Orsola Sguglio, e tutti coloro i quali sono intervenuti.

Ha aperto i lavori Emilio Pastore (Prospettiva Comune) il quale ha espresso le sue preoccupazioni sulla situazione. “È necessaria unità di intenti. Ecco perché abbiamo invitato tutti. Le istanze provengono dalla città e non vanno sottovalutate. Il San Francesco è un punto di riferimento sul territorio”.

Guccione ha spiegato come il problema sussiste a Paola come sul territorio calabrese. È in atto la riorganizzazione. È stato sbloccato il turn over. Sono in corso le stabilizzazioni. E per Paola sono previsti finanziamenti (2milioni di euro per il pronto soccorso, 4 milioni di euro per le sale operatorie, e altri per adeguamenti strutturali). È anche previsto l’Hospice (il quale è stato fatto notare, dovrebbe però trovare posto fuori dal nosocomio).

Lo Spoke è su due ospedali i quali avranno entrambi loro funzioni. Non dobbiamo fare campanilismo.

Poi su Praia a Mare e Trebisace: “devono riaprire non perché lo ha stabilito un giudice ma perché sono ospedali di frontiera”. Il dottor Candela è stato il più incisivo: “Bisogna capire quale ospedale sarà polo medico e quale polo chirurgico. Non è concepibile che un paziente vada da un nosocomio all’altro per accertamenti (a Paola vi è ortopedia a Cetraro il radiografo)”.

Quindi Sorrentino, Valitutti e Cortese per il comitato hanno rimarcato come le professionalità vanno valorizzate e che è necessario una inversione di tendenza.

Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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