La vicenda di Antonella Politano approda alla commissione Ambiente della Camera dei Deputati. Intanto a Paola prosegue il processo civile contro i proprietari del ripetitore telefonico che avrebbe sterminato la sua famiglia.
PAOLA – Il caso Politano approda alla commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei Deputati.
È il primo passo per giungere in Parlamento. Si chiederà al Ministro competente il danno ambientale. Tutto questo in attesa che la giustizia faccia il suo corso. A farsi carico della questione relativa al decesso di una intera famiglia di Paola, di cui unica superstite è Antonella Politano, saranno vari gruppi parlamentari.
Antonella Politano, si è dedicata per anni a una lunga battaglia. I veleni di quella centrale telefonica a pochi metri dalla sua abitazione avrebbero mietuto tutti i suoi familiari: nel 1984 muore la mamma, nel 1988, a soli 39 anni, muore per carcinoma la sorella più grande, Gabriella, nel 1998 muore la seconda sorella, Annamaria, e nel 2000 muore anche l’ultima sorella, Patrizia. Negli anni successivi moriranno, pure, il padre Vincenzo e la zia Bernardina.
A Paola si era anche aperto a un processo contro due dirigenti delle poste che vennero dichiarati non colpevoli con non luogo a procedere nei loro confronti. Ma il danno ambientale fu riconosciuto e questo ha permesso alla famiglia Politano di intentare una causa civile. Causa che è tutt’ora in corso presso il tribunale di Paola. Nel procedimento la famiglia è difesa dall’avvocato Sabrina Mannarino.
È il 1954 quando in viale dei Giardini l’azienda di stato per i servizi telefonici impiantava una centrale amplificativa composta da due corpi di fabbrica. Uno adibito ai servizi e l’altro ad alloggi del personale addetto. Due edifici distanti solo sette metri. In uno di questi alloggi finisce la famiglia Politano composta da sei persone. Dalla centrale i segnali ad alta frequenza relativi alla trasmissione telefonica e ai servizi Tv transitavano su cavo coassiale.
Una volte arrivati alla centrale di viale dei Giardini venivano amplificati tramite apparecchiature elettroniche ad alta frequenza. Le macchine presenti nel corpo di fabbrica venivano utilizzate con questo scopo e tutto queste determinava l’esposizione del personale a campi elettromagnetici. Ed esposti erano anche coloro i quali risiedevano a pochi passi.
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