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Caos boa, le specificazioni di Italia nostra

La sede praiese di Italia nostra con un comunicato stampa interviene sulla vicenda Caos boa.


PRAIA A MARE – I recenti sviluppi della vicenda Caos boa hanno spinto l’associazione Italia nostra a inviare alla nostra redazione alcune precisazioni che riportiamo.

“La conservazione degli ambienti naturali e la valorizzazione sostenibile delle aree di pregio e protette, che abbiamo la fortuna ancora di avere, costituiscono una vera necessità; infatti assistiamo a logiche negative in cui lo sfruttamento del territorio, lo sfruttamento delle risorse ambientali vengono presentati come i soli portatori di sviluppo e di posti di lavoro. Niente di più falso: una volta deperito il bene, questo non esisterà più e non produrrà, quindi, nemmeno più ricchezze. Quindi lavorare all’interno di una logica di tutela, ma anche di valorizzazione compatibile, può essere certamente un grande vantaggio. Non vorremmo che il nostro territorio, che mantiene ancora elementi di pregio, con il tempo, se non adeguatamente tutelato e protetto possa diventare come tante aree degradate che non producono più ricchezza. Questo è da evitare a tutti i costi nell’interesse della nostra economia.

Queste argomentazioni sono alla base dell’attività e delle azioni che Italia Nostra sta sviluppando sul territorio dell’Alto Tirreno.

In questo ambito si inquadra la questione delle aree in concessione per l’ancoraggio delle imbarcazioni da diporto all’interno dell’area Sic “Fondali Isola di Dino-Capo Scalea”. A tale riguardo si ricorda a tutti che tali fondali sono stati sottoposti per anni all’azione dannosa e distruttiva di migliaia di ancoraggi su corpi morti costituiti da enormi blocchi di cemento e quant’altro ed all’azione inquinante di altrettanti scarichi delle imbarcazioni a motore che nel periodo estivo hanno ormeggiato in uno degli specchi d’acqua più suggestivi del Sic in questione, la zona appunto antistante l’Isola di Dino. Tale pratica è continuata malgrado fossero ben visibili i danni apportati sui fondali anche dopo l’approvazione del Piano regionale di gestione dei Sic. Cosa ne è stato degli habitat e degli organismi marini lo abbiamo documentato con decine di foto rese pubbliche da In. Inoltre l’affondamento di migliaia di blocchi di cemento sui fondali tra Capo Arena e l’Isola Dino ha certamente contribuito in modo significativo alla quasi totale chiusura del passaggio ed ad alterare quindi il gioco delle correnti con evidenti danni ambientali sugli stessi habitat e specie.

Oggi si è ben disposti a introdurre ormeggi “ecocompatibili”. Purtroppo il danno già prodotto è stato enorme e non servono più palliativi, ma misure incisive. La presenza di vaste aree in concessione, la presenza di centinaia e centinaia di imbarcazioni come un vero e proprio porto turistico, la conseguente produzione di inquinanti, sono incompatibili con la salvaguardia ambientale dell’esistente e con la ricostituzione degli habitat ormai compromessi.

Tra le misure incisive ed inevitabili per la salvaguardia ambientale vi è certamente quella contenuta nel Pcsapprovato dal Comune di Praia a Mare nel 2016 che ha previsto lo spostamento dei tre rimessaggi nell’area sotto Marlane, area adibita a servizi nautici, dove già sono presenti altri rimessaggi. Ci auguriamo che il Comune di Praia a Mare sappia difendere in modo adeguato, efficace ed in tutte le sedi tale scelta. Naturalmente in questa vicenda non vi è alcunché di personale con i concessionari che devono spostarsi; ma Praia non può permettersi che un sito dal grande valore ambientale e paesaggistico, che costituisce un forte richiamo turistico perda progressivamente di significatività.

Va ricordato che tale problema era già da tempo all’attenzione, infatti l’amministrazione comunale di Praia a Mare in carica nel 2010 aveva già inteso attuare con il piano spiaggia quanto riportato nella relazione tecnica illustrativa Tav. A: “Nella zona Fiuzzi in cui vi è la presenza di n° 2 aree Sic (Sic IT9310034 – Isola di Dino, Sic IT9310035 – Fondali Isola di Dino-Capo Scalea) si è operato nel rispetto della salvaguardia ambientale del sito, ridefinendo le concessioni a mare (specchi d’acqua ed ormeggi) in maniera da non invadere nessuna delle predette aree e di garantire quanto maggiormente possibile la balneazione in questo magnifico scorcio del nostro litorale”. In corso di approvazione del piano venne poi evidenziato l’errore di una cartografia di perimetrazione delle aree Sic errata, ma nessuno pensò bene di rivedere e correggere il Piano comunale spiaggia che venne approvato.

Si rammenta inoltre che già nel 2013 il decreto del presidente del Parco Marino regionale “Riviera dei Cedri” n. 3 vietava nell’area del parco, tra l’altro, la navigazione a motore e la sosta di navi e natanti di qualsiasi genere se non autorizzati; infine e più significativamente, il piano di gestione dell’area Sic approvato dalla Regione Calabria nel 2009 non prevede aree in concessione per ancoraggi, ma soltanto un campo boa costituito da 3-4 boe fornite di gavitelli per l’attracco temporaneo di imbarcazioni.

Per quanto riguarda la posizione della provincia e della Regione Calabria a noi sembra tutto molto chiaro. La provincia ha revocato il Pcs del 2010 ai fini del rispetto della salvaguardia ambientale ed allo scopo di preservare gli habitat tutelati nei Sic. Questa posizione è stata condivisa dalla Regione Calabria che ha chiesto la sospensione in autotutela delle concessioni demaniali marittime ricadenti in area Sic considerate potenzialmente dannose ed antitetiche ai principi di salvaguardia ambientale e del patrimonio marino.

Il piano spiaggia approvato dal comune di Praia a Mare è un nuovo piano spiaggia totalmente indipendente dal precedente, con nuove scelte che tengono conto certamente dell’evoluzione delle problematiche ambientali dei Sic e dei loro piani di gestione. Su questo nuovo piano spiaggia è giusto chiedere che le attività in esso contenute siano sottoposte a valutazione di incidenza e a Vas. Italia Nostra non ha chiesto alcunché in quanto parrebbe che ciò sia già stato richiesto dalla Provincia.

Per quanto riguarda il Piano Comunale Spiaggia del Comune di San Nicola Arcella la situazione è ben diversa. Infatti le aree in concessione per gli ormeggi sono già al di fuori dell’area Sic. Ciò nonostante abbiamo ugualmente richiesto che ne fossero verificati gli effetti sulla stessa area Sic confinante Fondali Isola di Dino-Capo Scalea. La Provincia di Cosenza ha invitato il comune di San Nicola Arcella a procedere con la verifica di assoggettabilità del Piano presso il competente Dipartimento Ambiente della Regione Calabria. Quindi nessun doppiopesismo”.

Redazione

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