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Operazione Frontiera, Gratteri: “Zero alibi”

Il procuratore di Catanzaro approfitta di “Frontiera” e invita chi sa a parlare con i magistrati. “Abbiamo storia e credibilità: continuate a denunciare”.


“Se la gente vuole, adesso può ribellarsi e creare un’argine, un muro per non far arrivare quelli della terza fila a ricominciare a chiedere la mazzetta ai pescatori”. [Nicola Gratteri]

COSENZA – “Questa volta non ci sono alibi per nessuno”.

Lo ha detto Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica di Catanzaro, a margine della conferenza stampa di questa mattina per l’operazione Frontiera.

“Oggi siamo qui – ha detto Gratteri –, ci sono i vertici delle forze dell’ordine, i vertici della magistratura distrettuale. Abbiamo abbastanza storia alle spalle e credibilità per poter dire: continuate a denunciare. Non bisogna avere paura. I nostri uffici sono aperti, riceviamo tra le 50 e le 60 persone al giorno, abbiamo parlato con tanta gente e tante altre persone continueremo a sentire. Pur sapendo, molti cittadini non parlavano perché a volte non si sa nemmeno da chi andare a parlare, non si trovano gli interlocutori giusti”.

Il clan Muto, ha spiegato il procuratore capo, aveva il pieno controllo del territorio. Del mare ne aveva fatto un latifondo. Gestiva non solo il pescato, ma decideva chi e quando si doveva andare a pescare, cosa pescare e il prezzo per rivendere il pescato.
Lavorava sul territorio già dagli anni 70, negli ultimi anni mescolava esperienza e innovazione.

“Si tratta di un clan antico – così lo ha definito Gratteri – perché da un punto di vista giudiziario è riconosciuto come associazione mafiosa già da molti anni, moderno perché diversificava la propria attività criminosa come fosse una multinazionale, specializzata non solo nel traffico di droga e nelle estorsioni, ma nel controllo del pesce, delle lavanderie, della grande distribuzione e di quella al dettaglio. Proprio come una grande famiglia di ‘ndrangheta di serie A. Nonostante tutto – ha aggiunto – non non si può parlare di differenza tra mafie che hanno onore e rispetto e chi non ce l’ha. Non c’è differenza, da un punto di vista comportamentale, tra vecchia mafia e nuova mafia. Solo gli sciocchi lo dicono. Anche negli Anni ’20 – ’30 la mafia uccideva donne e bambini. Poi parlavano di onore e rispetto. Non c’è onore e rispetto in questo. Sono due parole abusate, rubate al vocabolario della lingua italiana da parte delle mafie messe in bocca ai poveri creduloni”.

Orgoglioso dell’operazione di questa mattina, il procuratore Gratteri ha voluto ringraziare tutti i militari impegnati in questa attività, in particolare il generale Giuseppe Governale, comandante dei Ros, e i procuratori Luberto e Bombardieri.

“Pensiamo di aver toccato i vertici della ‘ndrangheta su questo territorio – ha concluso –. Se la gente vuole, adesso può ribellarsi e creare un’argine, un muro per non far arrivare quelli della terza fila a ricominciare a chiedere la mazzetta ai pescatori. Noi siamo sempre disponibili ad ascoltare chi vuole denunciare o subisce soprusi e minacce. La collaborazione dei cittadini è fondamentale”.

Pierina Ferraguto

Giornalista pubblicista dal 2013. Laureata in Filosofia e scienze della comunicazione e della conoscenza all'Università della Calabria. Dal 2006 al 2008 lavora come stagista nella redazione di Legnano de Il Giorno. In Calabria lavora con testate regionali di carta stampata e televisive.

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