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Operazione Frontiera, i legami con Plinius

Nell’operazione Plinius del 2013 colpiti i Valente e gli Stummo, “reggipanza” a Scalea del clan Muto. Il re del pesce era stato solo sfiorato.


SCALEA – Franco Muto era stato soltanto “sfiorato” da Plinius.

I suoi affiliati, invece, gli Stummo e i Valente, erano stati messi in ginocchio nel 2013 dall’ordinanza del Gip di Catanzaro su richiesta della direzione distrettuale antimafia.

Ordinanza che ha portato allo scioglimento del consiglio comunale di Scalea per infiltrazioni mafiose. In carcere sono finiti il sindaco, Pasquale Basile, e parte del suo esecutivo, oltre ai reggipanza della ‘ndrina. Il processo che ne scaturisce dimostra l’esistenza di associazioni mafiose a Scalea cui sono preposti Mario Stummo e Pietro Valente che guidano due fazioni in precario equilibrio, riunite nel comune riconoscimento della cosca Muto.

Sono state accertate da una serie di prove di massima, captazioni, che rivelano la dipendenza delle ‘ndrine di Scalea dalla cosca Muto. Valente è da poco tempo stato scarcerato e si reca presso lo studio dell’avvocato Mario Nocito. Conversazioni di estremo rilievo intercorrono tra i due.

Gli 007 dei carabinieri di Scalea registrano tutto. Si fa riferimento all’evoluzione del sodalizio politico-mafioso scaleota e alla necessità che occorre rendere conto ai Muto di Cetraro. Valente è furioso perché aveva saputo che gli Stummo lo stavano screditando.

“Facevano girare la voce – scrivono i carabinieri – di una sua collaborazione con la giustizia. Asserivano di essere stati denunciati dai Velente che avevano consegnato a Nocito una sorta di memoriale da consegnare agli inquirenti se gli fosse capitato qualcosa”.

Nocito (anche lui tratto in arresto nell’operazione Plinius, ndr) era risentito anche col sindaco Basile con il quale per un periodo aveva interrotto i rapporti in quanto si spiega “lo aveva inserito nel gruppo Valente così suscitando le attenzioni degli inquirenti”. L’avvocato Nocito aveva riferito a Pietro Valente che “le indagini erano scaturite per i contatti di Basile con gli uomini di Stummo”.

A Cetraro sul fattore Scalea c’è confusione. Si attendono disposizioni dai Muto. Valente non vuole più trattare con Stummo e chiede “l’individuazione di un unico referente”. Tutto questo considerato che “il re del pesce” ha dato disposizioni contrastanti e si attende quindi una decisione del figlio, Luigi Muto.

Non è un caso che oltre ai Muto l’ordinanza del Gip distrettuale su richiesta della Dda ha colpito nella giornata di ieri anche i Valente. Oltre a Pietro detenuto in carcere, ci sono Luigino e Fabrizio Valente.

Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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