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Paola, dopo 8 anni Giordano lascia la procura

Il procuratore capo di Paola andrà a Vibo Valentia. Sarà ricordato come il cacciatore di veleni del Tirreno cosentino. Bruni al suo posto?

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PAOLA – Ci sono centinaia di faldoni e fascicoli nella Procura della Repubblica di Paola che riguardano i veleni del Tirreno cosentino.

Il territorio in questi anni è stato rivoltato dagli inquirenti come un calzino a caccia di scorie radioattive e di sostanze tossiche interrate.

Inchieste che scottano. Il procuratore Bruno Giordano, è stato un magistrato coraggioso. Si deve al suo impegno un risveglio sui temi ambientali in questa striscia di territorio che fa del mare e dei monti la sua più importante risorsa.

Puntiglioso e meticoloso. Un pm con un alto senso delle istituzioni, che non ha mai lasciato nulla al caso.

Dopo otto anni a breve andrà via dalla procura di Paola per andare a ricoprire l’incarico di procuratore capo a Vibo Valentia. Lascerà negli scaffali quei fascicoli, alcuni dei quali impolverati, delle indagini di primo piano che hanno richiamato l’attenzione nazionale in questa striscia di terra dove si parla di un esponenziale aumento dei tumori su fasce medio basse della popolazione.

È stato un procuratore attento al territorio, facendo leva sui 37 anni di esperienza in magistratura.

Quando si parla di inquinamento il pensiero corre a Giordano. Una lunga serie di indagini hanno svelato come grosse strisce di territorio (e di mare) siano state nel tempo utilizzate per seppellire materiale nocivo alla salute dell’uomo.

Giordano è stato in particolare dedito a inchieste di grosso spessore ambientale, lui che a Reggio Calabria era un pm antimafia in prima linea, ha lasciato alla Dda, per competenza, le inchieste di ndrangheta.

Ad Amantea nella valle del fiume Oliva, la procura che si è avvalsa della collaborazione dell’Ispra è riuscita a scoprire che in quell’area erano stati interrati oltre 140mila metri cubi di rifiuti contaminati.

L’inchiesta “Marlane” sulla fabbrica dei veleni di Praia a Mare, è oggi in Corte D’Appello. Così come è in corso il procedimento Smeco, e le successive indagini sulla depurazione, dalle truffe alla regione ai fanghi “introvabili”.

Senza dimenticare i casi di omicidio risolti nel giro di poco tempo: da quello di Annalisa Giordanelli, il medico di Cetraro, a Silvana Ridrigues, da Iolanda Nocito, l’ottantenne massacrata a Belvedere, a Maria Vommaro.

Adesso si attende un nuovo procuratore capo. Da tempo si fa il nome dell’applicato alla Dda Pierpaolo Bruni e nell’attesa a farne funzione da gennaio dovrebbe essere il pm Maria Francesca Cerchiara.


About Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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