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Paola, porta del turista al Santuario: un fallimento

La porta di accoglienza dei turisti del Santuario di San Francesco di Paola. Nella palazzina circolare di due piani regna l’abbandono e l’incuria. L’attività dei vandali ha allontanato gli addetti ai lavori. L’opera rimane una struttura fantasma nel disinteresse delle istituzioni.


PAOLA – Si è rivelata quasi un fallimento la realizzazione della cosiddetta porta di accoglienza dei turisti del Santuario di San Francesco di Paola.

I turisti negli effetti “snobbano” quella che doveva essere una sorta di ingresso per le migliaia di visitatori che si recano alla basilica. Nella struttura a due livelli regna l’abbandono. Se si esclude la panoramica, il piano ammezzato da anni è nell’incuria completa. Una struttura per la quale erano stati spesi fior di quattrini ma che per un motivo o l’altro non riesce ad essere utilizzata per i suoi scopi originari.

Erano presenti il punto Unicef e un’attività di artigianato. Entrambi per motivi diversi hanno chiuso i battenti. Ma soprattutto c’è da dire che gli atti di vandalismo continui hanno inficiato la permanenza degli addetti ai lavori. Addirittura nel punto Unicef non era presente nemmeno l’attacco della luce. Una serie di eventi negativi che in pochi anni hanno portato all’abbandono completo dello stabile. Due cancelletti in ferro oggi ne delimitano anche l’ingresso.

L’opera è stata realizzata all’entrata del luogo sacro appena cinque anni fa dall’ex amministrazione comunale guidata da Roberto Perrotta. La struttura circolare di circa 250 metri quadri parzialmente interrata, secondo le intenzioni iniziali, doveva prevedere all’interno una hall di ingresso con annessa caffetteria e spazio informativo, spazi di vendita e promozione di artigianato locale ed una corte giardino confluente in un piazzale esterno dove collocare piccoli stand ad integrazione degli spazi vendita interni.

Inoltre, sempre secondo lo stesso progetto, si prevedeva un collegamento attraverso il torrente Fiumarella al centro storico.

Niente di tutto questo. L’opera rimane una struttura fantasma quasi all’interno dei luoghi sacri per la quale nessuno né prima né oggi ha ritenuto opportuno occuparsi come invece sarebbe stato dovuto in considerazione peraltro che di soldi ne sono stati spesi e non pochi per pervenire alla sua realizzazione.

Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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