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Paola, Mario Serpa assolto: si aprono nuovi scenari

Mario Serpa è stato assolto. A breve, altri uomini della cosca di Paola dovrebbero tornare in libertà. Il timore è che riesploda la guerra di ‘ndrangheta con i Martello di Fuscaldo. Le mani armate del clan respirano l’aria della libertà a pieni polmoni. Il passato sarà soltanto una terra lontana?


PAOLA – L’assoluzione dell’anziano reggente della cosca di Paola, Mario Serpa, ridisegna scenari nuovi.

Riavvolgiamo il nastro della pellicola che ha preceduto l’ordinanza. Il capobastone, il prezzo con la giustizia lo sta ancora pagando. Lo ha pagato per anni. Ma la “Tela del ragno” intessuta sapientemente dall’allora sostituto procuratore della Dda Eugenio Facciola, non è stata sufficiente a incastrarlo. Da detenuto Mario Serpa era in regime di semilibertà. I colloqui intercettati, le testimonianze dei cugini, i collaboratori di giustizia Ulisse e Giuliano Serpa, non hanno rappresentato quella prova necessaria per condannarlo.

In questi ultimi mesi, il procedimento istruito da Facciola ha fatto registrare tre sentenze. Una in Cassazione per chi aveva scelto il rito abbreviato. Una seconda in Corte di Assise per i sette omicidi contestati. Una terza, infine, nell’Appello al rito ordinario.

Rimangono tanti “fine pena mai”. Gennaro Ditto ne becca ben due: in rito ordinario (confermato in appello, ndr) e in corte di Assise. Ergastoli a Cosenza anche per Nella Serpa, Mario Martello, Mario Mazza, Valerio Salvatore Crivello, Giovanni Abruzzese, Giovanni Gravina, Giacomino Guido, Giuseppe Lo Piano, Fabrizio Poddighe, Franco Tundis. Capi e mani armate delle cosche. Condanne importanti che confermano il quadro accusatorio del PM per quanto riguarda gli omicidi.

Il tribunale di Paola. Da qui è partito il processo Tela del Ragno.

Ma ci sono anche molte assoluzioni

E non sono di secondo piano. Paolo Brillantino, il cuoco, è stato assolto due volte. In Assise e nell’appello all’ordinario, così come Mario Mazza. Non colpevole per gli omicidi l’autista del 118 di Paola, Livio Serpa, che nell’appello all’ordinario ha ottenuto anche uno sconto di pena. In tutto, gli rimangono otto anni di reclusione.

Un’assoluzione di peso in Appello agli ordinari è quella di Giovanni Abruzzese. E poi quella degli anziani genitori dell’omicida Gennaro Ditto: Carmela Gioffrè e Antonio Ditto.

Alla sbarra rimangono i fratelli La Rosa che secondo le indagini erano gli alleati dei Martello. Mentre i figli di Luciano Martello, defunto boss di Fuscaldo, sono stati assolti. Francesco e Alessio escono dal procedimento. Gli stessi che, secondo le indagini dei carabinieri di Paola, a distanza di anni sarebbero ancora contrapposti ai rivali di Paola, ai Serpa.

Una guerra senza fine. Secondo queste indagini, qualche mese fa, Matteo Serpa e Salvatore Serpa avrebbero cercato di riaprire il conflitto con gli “odiati” Martello, subito stroncato da un’ordinanza del PM della Procura di Paola, Anna Chiara Fasano. Oggi i due Serpa, reduci della famiglia stroncata dall’ordinanza, sono in carcere. Matteo è il fratello del boss Mario e Salvatore il nipote.

A distanza di cinque anni dal procedimento Tela del ragno le condanne stanno facendo il loro corso. E diversi imputati ben presto dovrebbero finire di scontare il loro prezzo con la giustizia. In Cassazione, inoltre, molti reati sono giunti in prescrizione e tante assoluzioni sono state confermate.

Figli, nipoti, stretti congiunti delle mani armate del clan respirano l’aria della libertà a pieni polmoni. Le storie di ieri rimangono negli archivi così come la spirale di violenza e i morti ammazzati. Il passato sarà soltanto una terra lontana?

Il timore è che nella città di Paola riesploda una guerra di ‘ndrangheta tra clan contrapposti.
Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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