Il punto sulla depurazione del Tirreno cosentino. Dopo il maxi finanziamento regionale i comuni hanno potenziato gli impianti? Ci si attende un mare più pulito per il 2017 grazie anche ai controlli sugli allacci alla rete fognaria.
PAOLA – Quanti comuni sul Tirreno Cosentino hanno negli effetti reso efficienti i loro depuratori dopo il mega finanziamento della Regione Calabria? E soprattutto in che stato versano gli impianti nei comuni costieri a due mesi dall’apertura della stagione estiva?
La Regione Calabria nel 2015 ha stanziato specifici fondi per la realizzazione di un programma di efficientamento e rifunzionalizzazione degli impianti di depurazione dei comuni costieri calabresi. Aveva inoltre fissato, attraverso la stipula di convenzioni, il termine di tre mesi la realizzazione di tutte le urgenti attività previste.
Tuttavia questo termine di conclusione, nonostante la loro urgenza, è stato poi prorogato dalla stessa regione per ben cinque volte. L’ultimo fino a pochi giorni fa: il 31 marzo. Fin quando Bruno Giordano è stato alla guida della procura di Paola sono stati scovati i furbetti. Ovvero coloro che bypassando le regole avrebbero cercato di appropriarsi dei fondi senza effettuare o effettuandolo in parte i lavori previsti. Opere per le quali ogni comune ha avuto un finanziamento specifico.
Lo stato complessivo dell’ambiente marino dovrebbe comunque far registrare un miglioramento anche in ragion del fatto che la procura ha invitato a suo tempi i vari comuni a provvedere ai controlli relativi agli allacci alla fognatura.
A Paola, ad esempio, erano mille le utenze collegate alla rete dell’acqua potabile ma che non risultavano allacciate a quella fognante. Oltre 900 quelle che sono state quindi obbligate ad allacciarsi in maniera definitiva.
L’amministrazione ha deliberato lavori di nuove condutture fognarie per quanto riguarda gli insediamenti vicino alle aste fluviali. Pertanto le utenze sono state obbligate a collegarsi in maniera definitiva alle tubature fognarie comunali e iscritte ai ruoli della depurazione. Sono inoltre state eliminate le vasche non a tenuta che potevano incidere sull’inquinamento ambientale e marino.
Lo stesso è stato fatto in tanti altri comuni del Tirreno cosentino. Sempre a Paola però “grava” sulla stagione estiva l’indagine sui lidi e sulle strutture balneari avviata dalla procura di concerto con la capitaneria di porto e la delegazione di spiaggia.
Nel frattempo, per i controlli consueti sulla costa agli impianti di depurazione affidati alla guardia costiera e alle delegazioni marittime del territorio si dovrà forse attendere l’avvento del nuovo procuratore capo Pierpaolo Bruni.
Se ne parlerà quindi per fine mese.
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