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Archeologia a Tortora, un convegno sui recenti scavi di Blanda

Convegno “Le ricerche nel Foro di Blanda (2016-2017)”, è in programma venerdì 30 giugno 2017, alle 17 e 30 nella sala consiliare del Comune di Tortora. L’evento a chiusura della recente campagna di scavi effettuati sul sito archeologico del colle Palècastro.


TORTORA – Il convegno “Le ricerche nel Foro di Blanda (2016-2017)”, è in programma venerdì 30 giugno 2017, alle 17 e 30 nella sala consiliare del Comune di Tortora.

L’evento chiude le cinque settimane di scavi archeologici effettuati di recente sul colle Palècastro ed è stato organizzato dal dipartimento di Civiltà antiche e moderne dell’Università degli studi di Messina, con il patrocinio del Comune di Tortora.

Interverranno il sindaco Pasquale Lamboglia. Il funzionario della soprintendenza archeologica, Simone Marino. I docenti dell’ateneo messinese Fabrizio Mollo, Mariangela Puglisi ed Eugenio Donato.

A conclusione del convegno, è prevista la visita guidata sul colle Palècastro.

Blanda: Gli scavi 2016 – 2017

“Dalla fine di maggio – riassume una nota stampa – il sito di Blanda è stato indagato dal dipartimento di Civiltà antiche e moderne dell’Università degli studi di Messina, sotto la direzione scientifica di Fabrizio Mollo. Stretta la collaborazione con il Comune di Tortora. L’ente ha messo a disposizione attrezzature, ospitalità e supporto logistico. Il tutto sotto il controllo di Mario Pagano e Simone Marino della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone.

Lo scavo ha visto la partecipazione di oltre quaranta ricercatori tra studenti, laureati, specializzati e specializzandi provenienti da molti atenei italiani.

Oggetto delle ricerche la città di Blanda Iulia, colonia di veterani romani, databile alla fine del I secolo avanti cristo, in vita sino all’età di Alarico, come importante centro amministrativo dell’area del Golfo di Policastro, nato in seguito alla guerra annibalica, quando fu preso ai Lucani.

Le indagini hanno riguardato ancora l’area del foro della città romana, con una serie di saggi effettuati per cercare di definire meglio e completare gli interventi effettuati nel 2016.

Sono stati indagati soprattutto i settori sud-ovest e sud-est del foro stesso, dove sono state intercettate le botteghe che si dispongono intorno ad una porticus triplex, un grande portico coperto, di cui si è individuato un poderoso ed ampio crollo del tetto.

Al fine di comprendere meglio la situazione planimetrica e l’evoluzione della struttura dell’abitato di Blanda, è stata, inoltre, completata l’esplorazione di un edificio pluristratificato che si affaccia sulla plateia A, nel settore meridionale, all’ingresso dell’area del foro, dove nella prosecuzione della strada è emersa anche la presenza della fogna di epoca romana.

Le novità più importanti e significative sono riferibili al settore posto alle spalle del tempio A del Capitolium, dove è stato rinvenuto un poderoso livello di materiali arcaici, riferibili ad un abitato enotrio posto sulla parte sommitale del Palècastro.
Si tratta delle prime attestazioni di un insediamento indigeno databile nella prima metà del sesto secolo avanti Cristo e una delle più grandi scoperte degli ultimi anni, considerato che per la prima volta è emerso un livello arcaico relativo al 560-550 a.C., più antico delle tombe della prima fase della necropoli, databili invece tra 540 e 520 a.C. Un orizzonte dove i contatti degli indigeni con il mondo greco sono labili e sfuggenti.

Il sito di Blanda sul Palècastro di Tortora, con le fasi enotrio-indigene, lucane e romane tra VI sec. a.C. e sino al VI sec. d.C., rappresenta, insomma, uno dei più importanti insediamenti e palinsesti archeologici della Calabria per livello di indagine, storia dell’insediamento ma anche per il mirabile connubio tra istituzioni (Università di Messina, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, Comune di Tortora) che ne fa ormai un modello virtuoso di riferimento”.

Redazione

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