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Porto di Diamante, Migliore: “Inchiesta senza sconti”

La commissione d’inchiesta sul porto di Diamante, opera incompiuta, dovrà fare chiarezza e individuare responsabilità. Parola del gruppo di minoranza Per una Diamante Migliore. Chiesti tutti gli atti in merito, dal 1999 ad oggi.


DIAMANTE – La commissione consiliare d’inchiesta sul porto di Diamante dovrà produrre risultati concreti e in tempi rapidi.

Parola del movimento Diamante e Cirella unite per una Diamante migliore, rappresentato nel consiglio comunale tra i banchi della minoranza.

Il riferimento è all’organo costituito nel corso del civico consesso dello scorso 19 ottobre. In merito il consigliere Francesca Amoroso ha voluto puntualizzare.

Le precisazioni di “Migliore”

“Abbiamo richiesto noi che fosse una commissione d’inchiesta con una durata definita di 30 giorni. Non dunque una commissione permanente, senza obiettivi né scadenze. Tempo ne abbiamo perso già troppo. Il regolamento stabilisce che essa sia composta da 5 membri, tre della maggioranza e due dell’opposizione. Se l’amministrazione comunale ha deciso di rinunciare alla presenza di altri due membri, questo attiene a decisioni interne alla stessa.

Il nostro capogruppo, Antonio Cauteruccio, parteciperà ai lavori della commissione d’inchiesta solo dopo aver acquisito tutti gli atti che riguardano il porto, l’area del porto, i locali e il waterfront, dal 1999 ad oggi. Noi in consiglio ci siamo solo da 3 anni e mezzo e ci manca qualche passaggio rispetto a chi siede tra quei banchi da vent’anni o più.

Non faremo sconti a nessuno. Soprattutto e prima di tutto ai politici locali che ci hanno trascinato in questa situazione nel 1999, regalando l’attuazione del progetto alla Regione Calabria, delegando più recentemente alla stessa l’appalto dei lavori a terra ed a quelli che in questi anni ci hanno logorato e stufato con annunci, conferenze stampa e improbabili delibere.

È evidente che se alla scadenza del contratto integrativo (Agosto 2018) non avremo un porto, bisognerà azzerare tutto o quantomeno provare ad azzerare tutto per andare avanti e non fermarci più.

Il nostro dovere è di trovare nuove soluzioni, ma anche di attribuire delle responsabilità. Perché in questi anni non tutti hanno ricoperto la carica di sindaco, di assessore ai Lavori pubblici. Non tutti hanno le stesse responsabilità, anche se si vorrebbe far credere spesso il contrario.

Redazione

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