Si lavora a ridurre le bollette salate ma il vero problema del Comune di Paola è l’altissima evasione. Il servizio idrico è il caso esemplare. Il problema acqua è un groviglio di responsabilità tra ente, Sorical ed Ecothec.
PAOLA – A piccoli passi si cerca di far fronte alle questioni delle bollette alle stelle nel Comune di Paola.
Innanzitutto è stata predisposta la cosiddetta Carta dei servizi. Uno strumento con il quale l’ente erogatore dei servizi assume una serie di impegni con la propria utenza. Con essa il comune si impegna a rispettare determinati standard qualitativi e quantitativi.
È però chiaro che se si vuole incassare di più bisogna abbassare le tariffe. In particolare, sarebbe necessario che a pagare le tasse siano tutti i cittadini. I dati sono davvero da brividi. Si parla di un tasso di evasione altissimo che in questi anni avrebbe raggiunto anche il picco del 70 percento.
Le questioni da risolvere sono diverse. Lo sforzo della Giunta Perrotta si è orientato in questi mesi in diverse direzioni.
Il primo ostacolo è stato rappresentato dal fatto che l’autorità idrica nazionale ha avviato un procedimento, non ancora concluso, che prevede sanzioni per il comune. L’ente dovrà fornire delucidazioni nel caso in cui eventualmente vorrà difendere il suo operato.
Il problema acqua è complesso. Sulle carenze idriche, la Sorical si è sempre difesa additando al comune le responsabilità delle dispersioni sul territorio e nei casi in cui sono stati scoperti allacci abusivi. L’agenzia si è quasi sempre lavata le mani su colpe a riguardo di disservizi e disfunzioni.
Per risparmiare da Sorical occorrerebbe approvvigionarsi autonomamente. Così il Comune di Paola ha dato incarico a Ecothec di ricercare nuove sorgenti. Ma lo stesso ente già in passato aveva commissionato studi. In ogni caso viene da chiedersi quando si passerà alla fase operativa.
Risulta inoltre che, nel 2013 e nel 2015, l’ente non avrebbe comunicato all’Autorità l’aggiornamento delle tariffe che non rispettano i vincoli richiesti. Ha inoltre superato i limiti massimi previsti del 13,4 percento per il 2013 e del 23,6 percento per il 2014. Non avrebbe altresì osservato il divieto di elusione dell’aggiornamento tariffario dal 2012 al 2015 né come ammesso in sede ispettiva (dell’autorità) ha provveduto a comunicarlo.
Nel 2016, con riferimento all’anno precedente, il comune sembrerebbe che abbia addirittura fatturato agli utenti un importo forfettario a titolo di acconto indipendentemente dai consumi effettivi.
L’obiettivo era evidentemente quello di avere un consumo minimo impegnato, che comunque andrebbe conguagliato nelle bollette successive. Un obiettivo che però si porrebbe in contrasto con le modalità di fatturazione.
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