Frana minaccia l’ospedale di Paola dopo lavori di sbancamento per una villa: PM richiede pene per tutti gli imputati. Per Annarita Sganga, Pasqualino Saragò, Salvatore Romita, Silvestro Mannarino e Elio Romano chiesta anche ammenda di 25mila euro.
PAOLA – Nessuno sconto.
Il pubblico ministero Teresa Valeria Grieco chiede cinque condanne per i proprietari, i tecnici e il direttore del lavori. Colpevoli, secondo la procura di Paola, di aver provocato un imponente smottamento che ha interessato il parcheggio dell’ospedale San Francesco di Paola e la sottostante strada. Nel mirino, i lavori di realizzazione di una villa e il relativo sbancamento della collinetta.
4 anni e sei mesi per Annarita Sganga e Pasqualino Saragò (proprietari), 3 anni e sei mesi per Salvatore Romita e Silvestro Mannarino (i tecnici del comune) e 3 anni per Elio Romano (direttore dei lavori). Il pm chiede per tutti anche un’ammenda di 25mila euro.
Inoltre, in assenza di alcun titolo abilitativo in zona sottoposta a rischio idrogeologico (R4) e sismico realizzavano «lavori di sbancamento, sistemazione dell’area esterna con lavorazioni di movimento terra e rimozione di piante anche ad alto fusto, sistemazione di gabbionature a gradoni, posizionamento di gabbioni in pietra alla base del costone precedentemente tagliato con mezzi meccanici”.
Assieme a Sganga, inoltre, Salvatore Romito (dirigente dell’ufficio tecnico comunale) e Silvestro Mannarino (responsabile del procedimento), secondo la procura, hanno violato “le norme tecniche del Pai che subordinano il permesso a costruire nelle aree in frana (riportate negli elaborati del Pai) al rilascio da parte degli uffici regionali competenti (genio civile) dell’obbligatorio parere di verifica di compatibilità dei lavori con le condizioni geomorfologiche del territorio. Parere questo vincolante e propedeutico al rilascio del titolo abitativo”.
In aula si tornerà il 21 febbraio per le repliche del collegio difensivo (avvocati Gino Perrotta, Massimo Zicarelli, Pietro Sommella, Davide Rosselli, Alessandro Diddì) dei cinque imputati.
L’Asp è rappresentata da Guido Siciliano. Il comune di Paola da Paolo Quercia. Il processo è stato caratterizzato da un braccio di ferro in aula alla presenza di diversi tecnici tra i quali anche Carlo Tansi all’epoca dei fatti consulente dell’Asp.
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