Dal comune nessuna denuncia contro gli autori del bypass nella rete fognaria scoperto l’estate scorsa. Il consigliere Renato Bruno ha denunciato l’ente che però segue la linea dei controlli su tutta la rete.
SCALEA – Nessuno sembra voler rintracciare il responsabile del bypass alla rete fognaria accertato a Scalea Nord l’estate scorsa.
Sulla questione, a novembre, il consigliere di minoranza Renato Bruno ha denunciato il comune alla guardia di finanza per non aver presentato esposto all’autorità giudiziaria.
Il servizio di salvaguardia ambientale del comune si è limitato a ispezionare il tratto fognario in questione e a sigillare il “collegamento improprio”. L’ente però non ha potuto verificare quando e, soprattutto, da chi è stato compiuto l’illecito.
È quanto meno legittimo però domandarsi come si possa compiere un intervento di questo tipo sulla fogna cittadina, per di più su una strada statale, senza che negli uffici comunali ne resti una traccia burocratica.
La linea seguita da via Plinio il Vecchio è di provvedere a ovviare ai disagi che in quel punto si verificano. Come la fuoriuscita d’acqua dal tombino incriminato ad ogni acquazzone, con tanto di chiusino che salta in aria. È successo anche sabato scorso, in occasione del temporale che ha colpito la costa tirrenica.
La causa, ha spiegato ancora il sindaco, è l’invasione della condotta da parte delle radici degli alberi di un abitazione privata che si trova proprio in corrispondenza del tombino e che presto saranno tagliati.
Ma il problema, in senso generale, consiste nella totale assenza di una linea di raccolta di acque piovane per tutta la zona a monte di quel punto, località Petrosa.
La vicenda del bypass, che si configurerebbe come un presunto reato ambientale oltre che come ipotetico abuso edilizio, risale ad agosto scorso.
Il consigliere del Movimento 5 stelle aveva filmato uno scarico di liquido marrone nel Canale Basso in cui si raccolgono le acque piovane prima di finire in mare. Il sospetto che si trattasse di fogna aveva trovato conferma al termine di un sopralluogo di polizia municipale e capitaneria di porto.
Lo scarico che sfociava nel canale proveniva dal tombino, posto sulla Ss 18, dove era stata realizzata l’abusiva modifica della condotta con la tecnica del “troppo pieno”.
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