Malattia di Parkinson. Al San Carlo di Potenza testata con buoni risultati una terapia d’avanguardia: la Duodopa. Il rimedio somministrato nell’intestino per infusione continua tramite una pompa.
POTENZA – Malattia di Parkinson: all’ospedale San Carlo di Potenza si applica con successo una nuova terapia.
Si tratta della Duodopa: un gel a base di Levodopa e Carbidopa. Il rimedio viene somministrato direttamente nell’intestino per infusione continua tramite una pompa portatile. Ciò garantisce un assorbimento costante.
“Nello stadio avanzato della malattia di Parkinson, come è noto – spiegano dal San Carlo – le performance motorie e l’autonomia sono drammaticamente ridotte. Questo ha gravi ripercussioni sulla qualità di vita del paziente e delle loro famiglie.
La terapia intestinale riduce le fluttuazioni motorie e le discinesie grazie al fatto che le concentrazioni di L_Dopa sono mantenute a un livello costante nell’ambito della finestra terapeutica individuale. Abbiamo osservato effetti terapeutici sui disturbi già dal primo giorno di trattamento”.
L’ospedale potentino racconta il caso di un 82enne affetto da Parkinson da 14 anni. Il paziente accusava blocchi motori di 6 – 7 ore durante la giornata e incapacità a girarsi nel letto (acinesia notturna). Disturbi accusati nonostante dosaggi massimi di farmaci. L’anziano, inoltre, camminava solo grazie a un bastone e spesso cadeva.
“Durante il ricovero – racconta Ferrante – il paziente è stato sottoposto alla fase test con somministrazione di Duodopa con un sondino naso-gastrico per 36 ore. Dopo aver valutato la risposta al farmaco si è intervenuti con il confezionamento della gastrostomia endoscopica percutanea (Peg).
La Peg digiunale (Pegj) consiste nel praticare un piccolo foro sulla parete addominale attraverso il quale poi si posiziona un sondino. Questo termina con un estremità nell’intestino e con l’altra è collegato con la pompa portatile che infonde il farmaco.
Dopo 24 ore di osservazione il paziente è stato dimesso con un netto miglioramento dell’autonomia e delle performance motorie. Non ha presentato blocchi motori pomeridiani e ha ripreso a camminare senza l’aiuto del bastone.
Durante i 5 giorni di ricovero il paziente e i familiari sono stati affiancati da un Duodopa specialist che ha istruito i familiari sull’uso della pompa. Dopo 4 giorni dalla dimissione, al controllo domiciliare, il Duodopa specialist e i familiari sono stati soddisfatti dei risultati”.
Secondo il San Carlo sul risultato ha inciso molto la corretta selezione del paziente e la proficua coordinazione delle diverse figure professionali.
“Speriamo – ha commentato il direttore sanitario Antonio Picerno – di poter fare molto di piu e sempre meglio per i pazienti affetti da Malattia di Parkinson in fase avanzata. Continuando ad arricchire la nostra offerta di prestazioni ridurremo anche il disagio di doversi spostare presso altri centri per ricevere le cure necessarie”.
La Malattia di Parkinson è una malattia neurodegenerativa cronica e lentamente progressiva. È caratterizzata da rigidità, lentezza dei movimenti (bradicinesia), instabilità della postura e/o dell’andatura e tremore prevalentemente a riposo.
In Italia le persone affette da Malattia di Parkinson sono circa 230mila. La prevalenza della malattia è pari all’1-2% della popolazione sopra i 60 anni e al 3-5% della popolazione sopra gli 85 anni, con una frequenza superiore di 1,5-2 nei maschi.
I sintomi della malattia sono il risultato della morte di cellule nervose della substantia nigrache che sintetizzano e rilasciano il neurotrasmettitore dopamina. La perdita cellulare è di oltre il 60% all’esordio dei sintomi.
La terapia, pertanto, mira a ripristinare la funzione dopaminergica cerebrale con farmaci a base di L-Dopa (un precursore della dopamina), in associazione ad altri farmaci che hanno la funzione di “mimare” l’azione della dopamina (farmaci dopaminoagonisti) o ridurre la degradazione della dopamina (farmaci inibitori enzimatici delle MAO B).
Dopo un numero variabile di anni (circa 4-5) il trattamento con L-Dopa non è più in grado di fornire un controllo motorio stabile e i pazienti avvertono la fine dell’effetto della dose orale di L-Dopa (fenomeno di wearing-off).
Inoltre, a causa della breve emivita della L-Dopa e della non fisiologica stimolazione pulsatile dei neuroni cerebrali, compaiono fluttuazioni motorie (es. blocchi motori: on-off; difficoltà nella marcia: freezing of gait) e movimenti involontari (discinesie).
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