Ipotesi in un documento Inail: area ombrellone da 20 metri quadrati circa, accessi tracciati e igiene continua. Regole di accesso applicabili anche in spiagge libere.
ROMA – Area ombrellone da 22,5 metri quadrati, accessi controllati e sanificazione continua degli ambienti.
Sono solo alcune, seppur principali, ipotesi di misure organizzative per gli stabilimenti balneari italiani in vista della prima stagione turistica in era Covid-19.
Emerge dal “Documento tecnico sull’analisi di rischio e le misure di contenimento del contagio da Sars-CoV-2 nelle attività ricreative di balneazione e in spiaggia”.
Lo ha realizzato l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (Inail) in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità (Iss). Il documento è stato e approvato dal Comitato tecnico scientifico (Cts) lo scorso 10 maggio.
CLICCA QUI E CONSULTA IL PDF INTEGRALE
La pubblicazione è stata redatta in vista della possibile ripresa delle attività in oggetto, al momento sospese.
Essa “contribuisce a fornire elementi tecnici di valutazione al decisore politico circa la possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2, con l’obiettivo di garantire la salute e sicurezza sia degli operatori che dell’utenza”.
Si tratta dunque di indicazioni su come far operare i lidi (ma anche per regolamentare le spiagge libere. Insomma, la parola finale spetta comunque al governo e, a seguire, alle regioni che sono gli enti che decidono sul numero di concessioni da rilasciare. Non dunque un parere vincolante.
“Le indicazioni qui fornite – precisa inoltre il documento – non potranno che essere di carattere generale per garantire la coerenza delle misure essenziali al contenimento dell’epidemia, rappresentando essenzialmente un elenco di criteri guida di cui tener conto nelle singole situazioni”.
Tenendo conto di questa importante premessa, vediamo cosa allora l’Inail suggerisce, soprattutto in merito all’allestimento delle strutture balneari, anche in regioni come quelle dei lettori di questo sito.
Citando dati Legambiente, lo stesso Istituto ricorda che in Italia oltre il 42% delle coste sabbiose (che a loro volta sono il 50% circa della costa complessiva) è occupato da stabilimenti balneari.
Calabria e Basilicata sono accomunate dallo stesso tasso di occupazione della costa da concessioni demaniali e per stabilimenti balneari: il 28,1%.
Come è noto, le misure fin qui adottate dal Governo (Dpcm) non consentono né regolamentano espressamente le attività produttivo-commerciali e ricettive in spiaggia e la balneazione.
Ma le misure ministeriali successive, come il DM 30 aprile 2020, tracciano una graduale modifica delle misure di contenimento e una progressiva ripresa di attività come la balneazione, pur se monitorate e calate sulle specificità dei territori.
“Le caratteristiche specifiche degli stabilimenti balneari e delle spiagge libere – sostiene l’Inail nel documento –, quali la fruizione da parte di un elevato numero di persone soprattutto nei weekend e nei mesi di alta stagione, nonché la molteplicità di attività che si possono svolgere sull’arenile (elioterapia, balneazione, ristorazione, attività ludiche e sportive, etc.) pongono particolari criticità in merito al contenimento dell’epidemia, collocando il settore della gestione degli stabilimenti balneari (codice ATECO 93.29.2) tra quelli a rischio di aggregazione medio-alto”.
Nel dettare le misure organizzative il documento tiene conto dello “spazio adeguato” per persona in spiaggia. “Sarebbe quindi opportuno per le aree balneabili – si legge nel testo – l’adozione da parte delle autorità locali di specifici piani che permettano di prevenire l’affollamento delle spiagge, anche tramite l’utilizzo di tecnologie innovative, coinvolgendo tutti gli attori istituzionali e del mondo produttivo”.
Ecco dunque il dettaglio delle misure suggerite per stabilimenti balneari o spiagge attrezzate.
“Il layout complessivo della spiaggia – premette l’Inail – dovrà tenere conto di alcuni criteri quali la determinazione dell’accoglienza massima dello stabilimento balneare in termini di sostenibilità, nell’ottica della prevenzione dell’affollamento, con la finalità di mantenere il distanziamento sociale in tutte le attività balneari sia in acqua che sull’arenile”.
Il documento tecnico dell’Inail, in sostanza, propone di applicare misure simili a quelle dei lidi anche per le spiagge libere. Soprattutto per le regole di accesso (prenotazione e fasce orarie)
Suggerisce di intensificare la comunicazione e la sensibilizzazione circa i comportamenti corretti da adottare e che, su tutto, prevedono il divieto di assembramento e il distanziamento di almeno 1 metro tra le persone.
E poi, nastri posti a delimitare ogni singolo posto ombrellone.
Come gestire tutto questo? Tocca alle amministrazioni comunali. L’Inail suggerisce infatti la possibilità di affidare la gestione delle spiagge ibere “a enti-soggetti che possono utilizzare personale adeguatamente formato, valutando altresì la possibilità di coinvolgimento di associazioni di volontariato, soggetti del terzo settore”.
La piattaforma Visitsannicolaarcella.com, opera dell'omonima associazione, si candida a punto di riferimento per i turisti.…
Una donna ha perso la vita oggi, giovedì 16 maggio 2024, a seguito di un…
Venerdì 17 maggio 2024 a Sangineto la prima edizione del Premio internazionale "Croce Angioina", conferimento…
A Falerna il Concorso regionale Aibes, Associazione italiana barmen e sostenitori, della sezione Calabria e…
Visita istituzionale all’ufficio circondariale marittimo di Cetraro del procuratore capo di Paola, Ernesto Sassano. Illustrate…
È morto Pasquale Schettini, tortorese luogotenente dei carabinieri, per anni comandante della stazione di Cetraro.…
This website uses cookies.