False attestazioni per metà delle famiglie tropeane che lo hanno richiesto, compresi esponenti della criminalità organizzata.

TROPEA – Avevano i soldi, ma chiedevano e ottenevano i buoni spesa stanziati dal Governo nell’emergenza Covid per il Comune di Tropea. Tra di loro anche pregiudicati.
L’aiuto – ha scoperto la guardia di finanza – è andato a persone con rilevanti disponibilità liquide sui conti correnti, che incassavano lo stipendio, il reddito di cittadinanza o altri sussidi.
In sostanza, a Tropea, la metà delle famiglie che hanno presentato richiesta dei buoni spesa lo ha fatto barando, sostengono le fiamme gialle del comando provinciale di Vibo Valentia.
I soggetti coinvolti sono stati multati per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, che prevede il pagamento di somme che vanno da 5.164 euro a 25.822 euro. Sono stati inoltre segnalati al comune per il recupero delle somme non spettanti.
Nel comune, nota località turistica calabrese, lo Stato ha inviato ben 55 mila 568 euro per i buoni spesa e sono fioccate le false autocertificazioni che dichiaravano difficoltà economiche.
“Tra le irregolarità – si legge in una nota stampa -, richieste presentate distintamente da due componenti appartenenti allo stesso nucleo familiare.
Oppure, omettendo l’indicazione di familiari coabitanti, risultanti dallo stato di famiglia, regolarmente retribuiti o già percettori di sussidi, allo scopo di simulare una condizione di indigenza”.
