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Praia a Mare ospedale Covid? Dimenticata la sentenza del CdS

L’intervento di Nurisnd, sindacato infermieri. Errato abbandonare la strada della giustizia ordinaria per soluzioni temporanee.


L’ospedale di Praia a Mare deve essere riaperto come struttura per acuti. Sbagliato affidarsi a destinazioni diverse, come le ipotesi recenti legate all’emergenza Covid.

A sostenerlo è Andrea De Lorenzo, delegato per l’Alto Tirreno cosentino di Nursind, sindacato degli infermieri.

“Ritengo sia improprio e inutile parlare di ospedale Covid o di altra destinazione per i posti letto disponibili e pronti all’interno della struttura di Praia a Mare, poiché già destinati ad altro e in attesa di apertura e relativo potenziamento”.

La considerazione prende vita dalle recenti iniziative, civili e politiche, per chiedere a gran voce che la struttura di località Santo Stefano venga utilizzata per ospitare pazienti affetti da Covid-19.

“Sabato – spiega De Lorenzo – abbiamo assistito increduli alla visita di telecamere di media nazionali con politici locali al seguito che hanno fatto da cicerone facendo visionare e registrare l’interno della struttura ospedaliera.

In particolare hanno posto l’attenzione su delle stanze che vengono considerate pronte per l’uso,solo perché provviste di letti, impianto di ossigeno e bagni, .

Davvero credono che per gestire l’assistenza ai malati di Covid bastino solo queste tre cose? Un malato covid o post-covid è comunque un paziente complesso.

La sua degenza richiede formazione infermieristica in area critica, gestione di supporti ventilatori per eventuali riacuzie, supporto fisioterapico, psicologico, educativo-sociale per il nuovo stile di vita”.

Insomma, per Nursind è un bene l’interesse della politica, ma l’obbiettivo finale sarebbe errato.

“L’ospedale di Praia a mare – ricorda De Lorenzo – ha già una destinazione decisa da una sentenza del Consiglio di Stato, per la quale è stato nominato anche un commissario ad acta, e che deve essere riaperta come ospedale per acuti.

Se la politica locale vuole fare qualcosa per la sua popolazione deve solo ed esclusivamente chiedere a gran voce e perché no, con l’avallo delle rappresentanze sindacali. la riattivazione dell’ospedale in maniera permanente e non solo per il periodo emergenziale“.

No, quindi, a soluzioni che potrebbero essere temporanee per privilegiare la restituzione all’Alto Tirreno cosentino di una funzione sanitaria sottratta da tempo.

“Riattivare la struttura ospedaliera porterebbe un beneficio, in termini di assistenza, a tutto il territorio e a tempo indeterminato” dice De Lorenzo che aggiunge: “Va anche considerato che presso l’ospedale di Cetrato è stato già individuato e realizzato un centro Covid.

Perché – chiede il sindacalista – pensare ai centri covid, ai covid hotel, quando a Praia a Mare c’è la precisa indicazione della giustizia amministrativa di aprire un ospedale con la possibilità di dare assistenza medica, infermieristica e con l’ausilio qualificato di tutte le professioni che ruotano allo stato di salute della popolazione?

All’ interno dell’ospedale di Praia a Mare sono presenti professionisti sanitari formati e di grande valenza professionale.

Con una opportuna operazione di razionalizzazione delle risorse e di idonea selezione di ulteriore personale, esiste già un concreto potenziale per riportare la gestione sanitaria ed economica ai livelli pre-chiusura, con il rientro dei fuori regione, che, in questo periodo pandemico, sono costretti a continue autocertificazioni.

Garantire l’assistenza sanitaria alla propria popolazione – conclude Andrea De Lorenzo di Nursind – può e deve essere motivo di orgoglio perché l’aiuto ai bisognosi è anche dignità di essere curati a casa propria, non solo in un periodo emergenziale, ma sempre cosi come ha stabilito il Consiglio di Stato”.

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