Scout per Elisa: Continuare a cercare la verità affinché il sorriso di Elisa possa continuare ad abitare nelle nostre memorie.
I gruppi Agesci Potenza 1 e 2 prendono posizione sulla riapertura della Chiesa della Ss Trinità.
Ovvero, sul luogo di culto passato alla storia per essere stato individuato come scena del delitto di Elisa Claps e del tardivo ritrovamento del cadavere della giovane studentessa potentina.
“Da scout – fanno sapere di due gruppi Agesci -, da persone responsabili, come vuole il nostro fondatore, lord Baden Powell, ci interroghiamo, non senza qualche perplessità, sul dibattito sviluppatosi all’indomani dell’annuncio di Monsignor Salvatore Ligorio dell’inizio dei lavori di restauro della Chiesa della Ss Trinità
Ci interroghiamo se sia giusto che tra i cittadini si siano create due fazioni: quelli favorevoli alla riapertura della chiesa e quelli contrari, nel cui sottotetto della stessa, il 12 settembre 1993 Elisa Claps fu uccisa e dove, il 17 marzo del 2010, il suo cadavere venne ritrovato.
Ci interroghiamo se aprire al culto la chiesa significhi veramente offendere la memoria di Elisa, e di conseguenza, offendere la sua famiglia alla quale tutti indistintamente siamo legati da profondo affetto e rispetto.
Se non si corra così il rischio di strumentalizzare questa vicenda dolorosa, caratterizzata ancora dai tanti lati oscuri.
Se il nostro dovere non sia soprattutto quello di pretendere che la giustizia faccia chiarezza fino in fondo, che individui chi ha coperto, protetto e consentito, che il cadavere di Elisa rimanesse per dieci anni in un sottotetto.
Abbiamo sentito spesso: la Chiesa è colpevole.
No! Chiesa siamo tutti noi. Si facciano i nomi e chi sa parli, denunci ciò che non è stato ancora rivelato. Solo così saremo in grado di onorare la memoria di Elisa.
Il nostro sentimento, riguardo a ciò, così come quello della comunità cittadina, è diviso pertanto a metà.
Da un lato ci sono quelli che vorrebbero rivedere la Chiesa della Trinità riaperta al culto per tornare a pregare per Elisa, per la sua famiglia, per i colpevoli perché possano ravvedersi e chiedere perdono.
Dall’altro c’è chi vorrebbe vedere, questa stessa Chiesa, restituita alla comunità in un’altra veste. Una veste capace di elevare allo stesso modo quel luogo, un luogo in cui pregare, ma in maniera diversa.
Tutti però ci troviamo uniti in un solo grido, quello di continuare a cercare la Verità affinché il sorriso di Elisa possa continuare ad abitare nelle nostre memorie“.
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