Home / IN PRIMO PIANO / I buoni pasto non sono fruibili per tutti i dipendenti della PA in smart working: l’Aran fa chiarezza

I buoni pasto non sono fruibili per tutti i dipendenti della PA in smart working: l’Aran fa chiarezza

I buoni pasto sono strumenti preziosissimi per le aziende e per i dipendenti e possono essere considerati la prima forma di welfare aziendale.

mary ristorante pizzeria santa maria del cedro calabria

Le aziende rendono più felici e produttivi i loro collaboratori, gestendo anche meglio le spese della mensa aziendale. I dipendenti possono seguire un’alimentazione più salutare e in linea con le loro preferenze gastronomiche, senza intaccare minimamente il loro stipendio.

Non tutti i dipendenti possono però accedere a questo benefit, soprattutto nell’ambito della pubblica amministrazione quando si parla di smart working.

Sulla questione è quindi intervenuta l’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) che ha fatto maggiore chiarezza.

Per prima cosa l’Aran ha evidenziato che non tutto il personale che opera in smart working ha diritto in automatico ai buoni pasto. La decisione finale spetta comunque ad ogni amministrazione che può in totale autonomia scegliere se erogarli o meno.

Per rendere le cose ancora più esplicite, l’Aran precisa che lavorare da remoto e lavorare in modalità agile non sono la stessa cosa, benché entrambe le tipologie di lavoro rientrino nel concetto di smart working.

Nel lavoro da remoto l’attività si svolge nel luogo di lavoro dove il dipendente ritiene più opportuno, ma con vincoli di orario. Nel lavoro agile invece una parte dell’attività lavorativa si svolge al di fuori dei locali dell’azienda, con una certa flessibilità per quanto riguarda il luogo e i tempi di lavoro.

In pratica il lavoro agile è una modalità di lavoro senza vincoli specifici di orario o di luoghi di lavoro. Al contrario il lavoro da remoto prevede un vincolo di luogo, ma anche di tempo.

Non è una differenza trascurabile poiché, come specifica l’Aran, i buoni pasto possono essere assegnati nelle pubbliche amministrazioni solo in caso di lavoro da remoto.

Nel lavoro da remoto è la pubblica amministrazione a stabilire l’orario di lavoro, quindi il collaboratore non ha tempo e modo di organizzare la pausa pranzo come preferisce.

Al contrario i buoni pasto non sono erogabili per i dipendenti della PA che operano in modalità agile, considerando che i ticket non fanno parte della retribuzione, ma sono considerati benefit di natura assistenziale e che quindi rientrano nel welfare aziendale.

Nel lavoro agile i dipendenti hanno maggiore libertà di movimento; quindi, possono scegliere senza particolari restrizioni le modalità preferite di fruizione della pausa pranzo.

Il chiarimento dell’Aran è risultato prezioso poiché, non essendo evidente la distinzione tra lavoro da remoto e lavoro agile, c’erano molti dubbi insoluti e domande senza risposte.

Ulteriore confusione è causata dall’autonomia lasciata alle varie amministrazioni pubbliche, ognuna delle quali può decidere liberamente se erogare o meno i buoni pasto.

La questione resta comunque piuttosto complessa, anche perché ci sono continui cambiamenti sulla normativa. Basta quindi leggere l’articolo di approfondimento sullo smart work e buoni pasto per restare sempre aggiornati e raccogliere informazioni precise su questo argomento.

mary ristorante pizzeria santa maria del cedro calabria

About Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

Check Also

Frode crediti imposta Covid-19 catanzaro

Frode crediti imposta Covid-19: tre indagati a Catanzaro, sequestrati 3,5 milioni di euro

Sgominata a Catanzaro un’associazione a delinquere per una frode sui crediti imposta Covid-19. Tre indagati, …