Carenza idrica a Scalea, il sindaco Perrotta denuncia manomissioni

“Sporgo querela”. C’è un gesto volontario dietro la carenza idrica registrata oggi a Scalea. Come se non bastasse problema Sorical a Orsomarso.

Non erano sufficienti gli interventi di riparazione sull’acquedotto presso il Campo Pozzi Molina a Orsomarso: per consegnare a Scalea una giornata da dimenticare sul fronte acqua ci si è messa anche la mano… dell’uomo.

“Qualcuno – ha detto il sindaco Giacomo Perrotta – dei nostri cari concittadini ha manomesso la condotta idrica che porta l’acqua in contrada Piano Grande, chiudendo una saracinesca. Vi dovete vergognare”.

Contattato dalla redazione sul problema della carenza idrica il primo cittadino di Scalea ha approfondito la questione. “Qualcuno – ci ha detto – si è preso la briga di sollevare il tombino in ghisa di un pozzetto stradale che custodisce una chiave di arresto dell’acqua, una grossa manopola”.

Non una operazione da tutti: chi lo ha fatto sapeva cosa fare e, evidentemente, quale risultato ottenere. “Non è materia mia – spiega il primo cittadino di Scalea -, ma i tecnici dicono che chiudendo una conduttura se ne alimenta un’altra che probabilmente era a secco. Chi ha deviato in questo modo l’acqua ha sfavorito una parte di Scalea a favore di un’altra”.

Domani mattina Perrotta si recherà in caserma a sporgere denuncia contro ignoti, chiedendo ai carabinieri di indagare per risalire ai responsabili del gesto, proprio come fatto tempo fa dopo il furto di rame dagli impianti del serbatoio comunale della medesima contrada scaleota (leggi qui).

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Diverse le finalità tra i due casi, ma identico il risultato: parte dell’abitato di Scalea con problemi di carenza idrica. Allora era maggio, ma oggi il disagio è stato esteso anche ai molti turisti presenti nella cittadina tirrenica.

Già con i problemi strutturali che si registrano spesso sull’acquedotto gestito da Sorical, Società risorse idriche calabresi Spa controllata dalla Regione Calabria, è difficile ammortizzare le sacrosante lamentele dei cittadini. Ancor più difficile se a generare il disagio ci si mette anche la mano… dell’uomo.