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La morte ci spia

La morte ci spia: cresce la minaccia di una terza guerra mondiale. Continuano gli attentati terroristici. Ci si uccide in famiglia. In un momento come questo, cosa vuol dire interrogarci sulla Pasqua? Cosa vuol dire festeggiare la risurrezione di Cristo?

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Io credo in questa vita, credo in me
Io credo in una vita, credo in te
Io credo in questa vita, credo in me
E credo in un amore che
Vince sempre sulle tenebre
Io credo in una vita, credo in te
[Giorgia]

DIO NELLA CITTA’ – NUMERO 10, lunedì 10 aprile 2017 – La festa della Pasqua si è caricata o forse svuotata di numerosi significati e ultimamente sembra ridotta a qualcosa di poco chiaro. Cosa vuol dire festeggiare la risurrezione di Cristo? Cosa vuole comunicare la Chiesa cattolica affermando la risurrezione dei nostri corpi?
È opportuno a mio avviso anticipare la riflessione con una seria domanda sulla morte.

In fondo la morte ci circonda e ci spia dalle fessure delle cose (R. M. Rilke).

Ne siamo continuamente pervasi anche se facciamo finta che non esista. Viviamo come se non dovessimo morire mai e proprio per eludere questo momento oscuro della nostra vita, ci rifugiamo in castelli dorati che ci assicurano felicità apparenti e sicurezze fugaci. Costruiamo ideologie fin troppo disumane nelle quali ci chiudiamo sicuri di noi stessi. Fomentiamo odio e divisioni in nome della prepotenza e dell’egoismo. Rischiamo di vivere forme di religiosità asettiche che ci narcotizzano mente e cuore.

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In fondo la morte ci circonda e ci spia dalle fessure delle cose (R. M. Rilke)

Ma la Morte ci spia

Proprio in questi giorni la minaccia di una nuova guerra mondiale, i tristi attentanti terroristici e i numerosi casi di delitti consumati all’interno delle relazioni affettive più profonde.

La morte ci spia in maniera a dir poco minacciosa in questa bella terra di Calabria dove ancora si muore a causa dal cancro devastante e diabolico della ‘ndrangheta. Dove chi sceglie di risorgere a volte si sente di nuovo trascinato nell’angoscia. Come nel caso della giovane Maria Rita Lo Giudice. E dove ancora si muore per una sanità totalmente difettosa.

Ma in questa precisa condizione umana e sociale gli apostoli e oggi la Chiesa annunciano l’evento della risurrezione. Come una possibilità di guardare oltre e di non fermarsi al buio della sofferenza. Risorge davvero chi ha compreso che la realtà non è a nostro uso e consumo. Essa richiede di essere vissuta con coraggio in tutta la sua drammaticità. Bisogna essere convinti che i giorni vissuti su questa terra sono soltanto i penultimi di giorni senza tempo né spazio.

Ed è proprio nell’insignificanza di alcuni eventi assurdi che matura quella fioca luce della speranza che non marcisce. Quel tenero calore umano che non tramonterà mai sulla Terra (e speriamo non manchi mai a nessun uomo, ndr) è il “luogo” in cui Dio ancora nutre sentimenti di amore verso l’uomo. Ecco la risurrezione.

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About Roberto Oliva

Laureato in Beni culturali presso l’Università della Calabria, studente di teologia presso la PFTIM-Catanzaro. Cura un blog su papaboys.org e collabora con Korazym.org e Il Sismografo. Per Infopinione redige la rubrica Dio nella città.

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