Intervista a Jole Santelli

TORTORA ” A margine dell’incontro elettorale di venerdଠ4 aprile la candidata alla Camera dei deputati tra le fila del partito del Popolo delle Libertà , Jole Santelli si è concessa alle domande di Blogtortora.it su diversi temi. …

B – Nel corso del suo intervento ha sottolineato il peso della “malapolitica” rispetto a quello della malavita. Non crede che le due cose vadano a braccetto in Calabria?
JS – “Io penso che la criminalità  non deve diventare l’alibi per una politica immobile. La criminalità  certo alligna e prospera in una situazione come quella attuale, basata com’è sul bisogno. Le commistioni con la politica sono innegabili. Le testimonianze raccolte dalla commissione antimafia, anche se sono state criticate, comprovano il ruolo della criminalità . Una soluzione che proporrei, soprattutto per le elezioni regionali, è quella di eliminare la preferenza diretta al candidato per rompere o per almeno rendere pi๠difficile il collegamento con le pressioni della ‘ndrangheta.

B – È stato anche sottolineato il contrasto tra politica e magistratura. La cronaca calabrese di questi tempi è ricca di avvisi di garanzia per i politici ma a volte le inchieste si risolvono in una bolla di sapone. Bisogna ancora credere all’importante ruolo della magistratura?
JS – “Il problema è di capacità  investigativa. Ritengo che la magistratura debba muoversi solo quando ha certezze in mano, evitando cosଠgli effetti boomerang. In questo è necessario che venga recuperato con decisione il ruolo investigativo delle forze di polizia e meglio coordinarlo con il lavoro del Pubblico Ministero. Le indagini non possono pi๠risolversi solo nella fase di inchiesta e sulla stampa.

B – Si è parlato di un certo entusiasmo tra le persone per le elezioni. Dando per scontato l’entusiasmo della “base” non puಠdirsi lo stesso per il resto della società  civile pervasa da un senso di sfiducia verso i partiti e la politica. Qual è il suo punto di vista?
JS – “Prendiamo la Regione. Il Governo Chiaravalloti prima e quello Loiero poi hanno commesso pesanti errori. Una politica coscienziosa reagisce valutando dove si è sbagliato e si impegna per cambiare. Il problema è che in Calabria abbiamo finito per sostituire Catanzaro con Roma e questo aumenta la distanza delle istituzioni dal territorio. In questo modo, se la Regione stabilisce delle “macroasl” per ogni provincia, perde di vista il dato oggettivo che quella di Cosenza, che è il 42% della Calabria, con un territorio smisurato, non puಠavere valutazioni simili a quelle di Vibo o di Crotone. La sfida è capire come far vivere i territori delle province proponendo modelli alternativi all’inurbazione forzata.

Andrea Polizzo