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Giornata europea delle comunità  ebraiche


A S.Maria la manifestazione svolta da nove anni in tutta Europa
Inaugurato nuovo corso di apertura ad altre culture e religioni  

di Andrea Polizzo

aronne pasticceria marcellina santa maria cedro calabria

SANTA MARIA DEL CEDRO ” Il 7 settembre è stato dedicato alla “Giornata europea delle comunità  ebraiche nel mondo. Giunta alla nona edizione, è stata celebrata in 27 paesi europei ed ha potuto contare su 58 appuntamenti nello stivale. Tre in Calabria tra cui quelli di Bova Marina, Cittanova e Santa Maria del Cedro, presso il Carcere dell’Impresa.Un’importante momento di confronto con le comunità  di un popolo, quello ebraico, che divide la sua identità  con quello europeo. E lo fa con i contributi apportati alla cultura europea, con il ricordo degli infausti giorni dell’olocausto e, infine ma non meno importante, inaugurando un nuovo corso di apertura al dialogo culturale e religioso.L’interreligiosità , la cultura, il dialogo tra posizioni che, sapendosi fino ad oggi diverse, si adoperano alla scoperta di tratti comuni che aiutino il processo di pace e di quieta convivenza. Tutti elementi rintracciabili nei diversi interventi della manifestazione svoltasi nella cittadella del Cedro. Proprio l’agrume, ormai da diversi anni, fa da tramite tra la nostra regione, l’alto Tirreno cosentino in particolare, e le comunità  ebraiche sparse nel mondo.Il primo, non di certo l’unico elemento che pone a contatto due mondi distanti ma desiderosi di avvicinarsi. Le visite dei rabbini di tutto il mondo per raccogliere il frutto sacro agli ebrei nella sua versione perfetta è storia ormai nota e consolidata. In questo caso è immancabile affidarsi alle parole di Franco Galiano, presidente dell’Accademia del Cedro di Santa Maria. “Pare che i miti ebraici e la loro simbologia ” spiega Galiano “  siano tra i pi๠ricchi. Come Accademia abbiamo cercato di promuovere una simbologia del cedro partendo dalla festa del  sukkoth e dagli spazi che la bibbia da a questo frutto conosciuto in tutto il mondo grazie agli ebrei. C’è la necessità  di non arroccarsi nella propria identità . Se la Riviera dei Cedri lo ha acquisito come simbolo economico e culturale, il cedro puಠesserlo anche del dialogo. Oggi ci chiediamo se siamo in un alba o in un tramonto. Preferisco pensare che sia alba ma senza dimenticare quell’anima latente della Calabria che è ebraica, che deve dialogare con il mondo dello spirito e non con quello della tecnologia. Il mondo del cuore, il mondo del cedro.Il contatto tra ebraismo e Calabria è stato al centro anche dell’intervento di Mosè Lazar della scuola ebraica “Merkos. Nel suo intervento anche uno squarcio di luce sul nodo centrale della cultura ebraica. “Quando parlo di Calabria ” esordisce Lazar ” dico sempre ‘nostra’ perché  mi sento tanto calabrese dopo 44 anni che vengo qui. Il titolo del mio intervento è “siamo tutti ebrei. Si tratta di un titolo provocatorio ma prego di avere pazienza. Secondo Lazar l’elemento saliente della cultura ebraica è aiutare il prossimo. Considerando l’universalità  di un simile principio viene da pensare che allora siamo tutti ebrei. E possiamo coesistere. Riprendendo un passo della bibbia ebraica, siamo tutti parte di una pianta. Ogni uomo è una foglia della pianta e come tale ha un suo compito. “La cultura ebraica ” spiega ancora Lazar ” insegna dall’infanzia la responsabilità  verso il prossimo. Tu devi avere l’iniziativa di dare una mano. I fondatori delle prime forme di comunismo erano ebrei oppressi dallo zar. Certo hanno sbagliato e hanno avuto un giudizio negativo. Ma una forma positiva è il kibbutz in Israele. È un’associazione dove varie persone lavorano per  il prossimo e non per se se stessi. Tutto è in comune. Tutti lavorano sodo ma non  per guadagnare, lo fanno per il prossimo.  Questa è cultura e per questo dico che siamo tutti ebrei. Quel che noi dobbiamo fare è dimostrare al mondo, senz’altro commettendo degli errori in buona fede, che la società  israeliana è basta su questo: è iniziata con il kibbutz ed è ispirata dal principio “il tuo è tuo ed il mio è tuo” .Sulla cultura ebraica si è soffermato anche Anselmo Calà², assessore dell’Unione delle comunità  ebraiche italiane (Ucei). “Il compito dell’Ucei è di tutelare gli interessi religiosi e di vita rituale degli ebrei. Se potessimo analizzare certe diverse abitudini nelle popolazioni del sud scopriremmo similitudini con quelle ebree. Da qui insomma riavviare il dialogo: dalla riscoperta, tramite la comparazione delle abitudini, del legame tra ebraismo e meridione dell’Italia. Nel corso del dibattito si sono aggiunti contributi di varia natura e di varie personalità . Come quello di Emanuele Filiberto di Savoia che si è soffermato sul tema dedicato all’edizione del 2008 della giornata:la musica. “Personalmente ” ha commentato il nobile ” credo che l’arte, e la musica in particolare, sia uno strumento incomparabile per il dialogo”. O come quello del neo-prefetto di Cosenza, Melchiorre Fallica che ha lodato le realtà  che fanno onore al sud e l’importanza della ricerca di elementi comuni tra diverse culture per favorire i rapporti. Argomenti, questi, che hanno interessato anche gli interventi di Patrizio Brusasco, docente dell’università  di Torino, del sindaco di Santa Maria, Francesco Maria Fazio, e di Giovanni Latorre, rettore dell’Unical. La giornata dedicata alle comunità  ebraiche ha avuto poi un appendice di intrattenimento in Piazza Casale. Qui la compagnia “Raccontami una storia” ha inscenato attraverso la particolare tecnica dello “storytelling” un racconto sulle donne dell’antico testamento. È stata poi la volta dell’orchestra “I cameristi di Laos” e del coro polifonico Harmà²nia che ha eseguito canti ebraici. Il tutto assaporando cibo Kasher, ovvero pietanze preparate in accordo alle regole alimentari della religione ebraica stabilite nella Torah.


About Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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2 comments

  1. ah ah ah martino martino… lascia perdere il Mein Kampf (ammesso si scriva cosi’).
    Concordo comunque con la seconda parte del tuo post

  2. Quanta ipocrisia. Perchè l’illuminato Lazar non va a dire certe cose a tutti i banchieri ebrei che controllano sotto sotto l’economia mondiale decidendo volontariamente le sorti di chi deve e di chi non deve? E perchè il nobile rampollo di casa Savoia non si ricorda di quanto male hanno fatto al sud i suoi avi e quell’imbroglione di Garibaldi e quanti con lui hanno aperto la questione meridionale? Eh se potessimo riscrivere la storia, dovremmo essere grati a molti personaggi che oggi la storia ha definito cattivi….