Gli indagati sono stati messi di fronte a indizi ritenuti schiaccianti dagli inquirenti. Il procuratore di Paola, Bruno Giordano: “Le prove ci sono”
PAOLA – “La struttura accusatoria è stata ampiamente convalidata dai provvedimenti dei Gip di competenza. Molte delle scarcerazioni e delle attenuazioni di misura cautelare sono avvenute in diretto rapporto con le ammissioni di responsabilità rese dagli indagati durante gli interrogatori di garanzia”.
Questo il commento del procuratore capo Giordano sugli ultimi sviluppi dell’inchiesta seguita all’operazione Coffe break. Negli interrogatori di garanzia, di fronte ai Gip dei Tribunali territoriali di competenza, parte degli indagati raggiunti dai provvedimenti di fermo avrebbe ammesso le proprie responsabilità di fronte a prove ritenute schiaccianti.
Soddisfazione, dunque, da parte dell’autorità inquirente della Procura di Paola e delle Fiamme gialle, in questa prima fase giudicante dell’operazione.
“Ai fini investigativi – aggiunge Giordano –, oltre all’ammissione, è stata determinante l’attività di perquisizione che ha portato all’acquisizione di elementi di riscontro positivi, essendo state acquisite sia fatture false sia altri elementi documentabili di grande utilità”.
Coffee Break vede indagate 75 persone di cui 39 sottoposte inizialmente al fermo di indiziato di delitto. Gli arresti erano stati compiuti mercoledì scorso dalla Gdf. Associazione a delinquere, truffa in danno dello Stato, emissione di fatture frode fiscale, usura riciclaggio e reinvestimento di capitali di provenienza illecita i reati ipotizzati.
