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Cose impopolari: l’elettore

Un paese in ginocchio. Così, spesso, mi capita di descrivere, e di sentir descrivere, Tortora.

bigmat fratelli crusco grisolia

 

Nelle discussioni tra compaesani l’indice è sempre puntato verso le amministrazioni, quella attuale o quelle precedenti, ree di varie imputazioni. Di non aver fatto abbastanza o, addirittura, nulla. Al peggio, di aver fatto danni irreparabili.

 

Chi siede in Consiglio comunale, in alcuni casi per molti anni, è accusato di aver fatto gli interessi propri o di persone a lui vicine a discapito dell’interesse collettivo.

 

Mediamente, il consigliere comunale di Tortora, è una persona di scarsa cultura, di insufficiente preparazione amministrativa e di età elevata. Quasi incapace ad usare un computer, a parlare una lingua straniera e scarsamente portato a viaggiare. Con la giusta distinzione tra il viaggio e la vacanza.

 

Chi ne ha avuto esperienza, parla di composizioni di liste elettorali esclusivamente sulla base della dote di voti del candidato. Come a dire: a chi importano le tue idee e le tue capacità? Come a dire: conta il ‘vincere’, all’ ‘amministrare’ penseremo poi. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.

 

La Marina è un dedalo impercorribile a causa di scellerate scelte urbanistiche e delle ormai famigerate buche nelle strade. La montagna, a detta di chi ci vive, ha subito negli anni il disimpegno costante dei suoi rappresentanti presso la casa comunale. Il fiume Noce è una riserva solo se c’è da sfruttarne il materiale prodotto. Non quando si tratta di proteggerlo e valorizzarlo.

 

Problemi atavici (Atavico: ereditato dagli antenati. fonte: De Mauro). A cui si sommano quelli di oggi. Servizi da terzo mondo: rifiuti, depurazione, cura del verde, pulizia delle strade. Immagine compromessa: mi capita di girare e di sentire ironie su Tortora. Ma io ne sono fiero. So che dopo aver toccato il fondo, ed aver pure scavato un bel po’, c’è la risalita.

 

Io, però, rivolgo l’indice, di cui in apertura di questo “Cose impopolari”, contro noi stessi. Contro di te: elettore. Non sei forse tu che, con il tuo voto, decidi chi governa? Non ti senti responsabile delle condizioni in cui versa Tortora?

 

Ti dico una cosa impopolare: cambia modo di votare.

bigmat fratelli crusco grisolia

About Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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3 comments

  1. È importante che la politica nasca tra la gente, e che viva in quegli ambienti dove essa necessità di esistere come sul posto di lavoro, nelle scuole e nelle università, nei luoghi di ritrovo, deve essere sempre presente perché solo la continua discussione e l’affronto delle problematiche trova soluzioni. Dall’altra parte l’indifferenza non fa altro che aggravare i problemi, lasciando dormienti chi a quest’ultimi e alla loro risoluzione è preposto pagato profumatamente.
    Ed è giusto che chiunque abbia la possibilità di esprimere la propria posizione, magari rappresentando coloro che la pensano in modo uguale. Questa è la vera politica che sente i problemi del territorio.
    Poi c’è un’altra politica: quella istituzionale, cioè quella che va, mediante libere e democratiche elezioni, a rappresentare le cariche che governano una collettività. Quest’ultima è ben diversa dalla prima, perché non rappresenta più un pensiero o un ideale, ma rappresenta sotto tutti i versi un territorio e la popolazione che vi risiede. A tal proposito deve avere tutte le capacità di poter interloquire con chiunque che, per qualsiasi motivo, ad essa si rivolge. Chi si siede a governare deve avere quelle capacità dialettiche e culturali per poter affrontare qualsiasi quesito, capace di trovarne soluzioni. Nel 2010, a differenza di venti o trent’anni fa, anche i piccoli territori come Tortora, non possono più farsi rappresentare da chiunque perché, i continui cambiamenti e l’evoluzione normativa e burocratica che vi è stata, rende tutto molto difficile. Allo stesso modo si è elevata la preparazione della popolazione, la quale è sempre più esigente.
    Naturalmente non è ne il titolo di studio, ne la professione e ne le capacità economiche che cataloga un uomo come capace o meno, bensì l’insieme di tanti fattori etici ed intimi che ne plasmano la personalità.
    Il mio è un puro pensiero personale e non vuole creare una polemica, ma credo che ci sia davvero tanto da riflettere, e che la gente cominci a votare le persone per il loro valore e non per la parentela e per quell’ipotetico piacere che, ormai credetemi, non arriverà mai.
    Da chi ancora spera nel cambiamento.

  2. L’analisi è esatta. Ogni volta che si va al voto si ha l’impressione della validità della teoria del “do ut des” cioè voto per la lista che mi da qualcosa. Non sono residente, quindi non elettrice, ma nella metropoli in cui vivo voto per chi rsponde alle mie idee politiche, senza altri ragionementi. In tanti anni di frequentazione di Tortora mi sono spesso chiesta come vengono assunti gli impiegati comunali, non conoscono la lingua italiana, sono presuntuosi e spesso poco disponibili verso chi a loro si rivolge e …. non voglio dire altro; qualcuno mi ha spigato che….vale quanto scritto in Cose impopolari.Sarebbe ora di cambiare ed avviarsi verso un risanamento della cittadina,prima di divenire da terzo mondo. Maria 37

  3. Ottima analisi, e le responsabilità degli elettori sono certamente evidenti, ma dall’altra parte non c’è nemmeno la volontà di candidare “votabili”.
    E come dice Cetto Laqualunque i giovani sono un problema e non una risorsa!! Non ci credete??? Guardate allora le prossime liste elettorali e vi accorgerete di quanti saranno gli over 40, 50 e forse pure 60 e 70! Gli ottanta no, perchè potrebbero non arrivare a votare il bilancio, e di sti tempi…