DI DOMENICO PECORA*


PRAIA A MARE – Egregi, siamo giunti al termine dell’estate 2012 e sono trascorsi già cinque mesi dalla riconversione del presidio ospedaliero di Praia a Mare in quella che dovrebbe essere la “casa della salute” ma che, a oggi, atteso che l’atto aziendale dell’Asp di Cosenza è stato appena approvato, tutto è tranne che questa.

Durante questi lunghi mesi, soprattutto per un’incoerente decisione di lasciare sguarnito di ogni assistenza un vastissimo territorio che dal mare si estende alla più alta montagna inerpicandosi lungo strade tortuose, tantissimi sono stati gli effetti collaterali a danno di pazienti che, come i fatti di cronaca riportano, hanno rischiato o perso la vita non potendo più avere assistenza e cure tempestive.

L’Alto Tirreno cosentino, stante le attuali situazioni, si è visto depauperare finanche della basilare assistenza tant’è che l’attuale punto di primo intervento non riesce a erogare, spesso, neanche le prime immediate cure facendo così sottoporre gli afferenti a lunghe e interminabili attese che sfociano, nella maggior parte dei casi, in trasferimenti, sovente con mezzi propri, presso l’ospedale spoke di riferimento oppure verso l’ospedale extra regionale più vicino nella speranza di ricevere quelle prestazioni che, comunque, ogni cittadino paga attraverso le imposte fiscali.

Quello che mi viene spontaneo rappresentarvi è il totale disagio e il senso di abbandono che stanno vivendo gli abitanti di questo immenso territorio. Lo scoramento, verso tutti coloro i quali durante il consueto periodo pre-elettorale, hanno popolato questo lembo di terra dispensando promesse e consigli, è ormai giunto al culmine.

L’Alto Tirreno cosentino è stato sicuramente per molti anni fonte di voti per tutti ma ora la popolazione non ci sta più e non è più disposta ad avallare il disastro che non si è riusciti, forse volutamente, ad evitare.

È terminato il tempo delle “vacche grasse” durante il quale ognuno veniva a mungere rimpinguandosi, è terminato il tempo delle vane promesse, è terminato il tempo. La popolazione dell’Alto Tirreno cosentino ora vuole i fatti ma questa volta vuole prima i fatti e poi si prenderà tutto il tempo per pensare chi e come votare anzi farà di più, finalmente, presenterà propri candidati che soppianteranno chi, dopo aver raccolto, non è riuscito a seminare svanendo nel nulla.

Questo è quello che si merita chi, per la propria ingordigia, non è riuscito a essere così lungimirante e costruttivo.

La popolazione dell’Alto Tirreno cosentino continuerà a chiedere con forza tutti gli interventi necessari per lo sviluppo e la crescita del proprio territorio, lottando fino allo strenuo. In particolare la popolazione tutta chiede che sia ripristinato il diritto alla salute e

il mantenimento dei livelli minimi di assistenza, anche sotto altre forme come, ad esempio, la necessaria ed urgente riclassificazione dell’ex presidio ospedaliero di Praia a Mare in ospedale di zona disagiata con conseguente riattivazione, in una prima fase, del servizio di pronto soccorso esistendone difatti tutte le caratteristiche indicate nei decreti regionali affinché si arrivi alla perfetta integrazione tra assistenza territoriale e ospedaliera.

Egregi rappresentanti, è per tutto ciò che vi chiedo di superare un serio esame di coscienza su come, in questi anni, nulla sia stato fatto per valorizzare e proteggere uno dei territori più belli e fertili della Regione Calabria preferendo concentrare gli interventi

in quei territori ove la gente, forse, è più propensa a compromessi.

L’Alto Tirreno cosentino è un pezzo della Calabria non una sua appendice da epurare perché ormai sfruttata al massimo, spesso, per i tornaconti personali di chicchessia. Il processo di cambiamento è ormai cominciato, inesorabile e inarrestabile. Forze nuove di questo territorio si stanno affacciando alla politica seria, lungimirante e concreta fatti di fatti e non di promesse che durano solo trenta giorni.

Io sono uno di questi e continuerò fino al compimento di quanto dovuto alla popolazione.

* Responsabile commissione Sanità Movimento politico L’Alternativa

Redazione

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